Omicidio Rita Morelli a New York: non è l'ispanico l'uomo dell'identikit

27 Novembre 2011   20:50  

Non sarebbe il ragazzo ispanico che una vicina di casa ha visto parlare con Rita Morelli, la persona identificata dalla polizia di New York nell'ambito delle indagini sull'assassinio della 36enne di Spoltore (Pescara), da 5 anni a New York, uccisa nel suo appartamento di East Harlem. Lo riferisce all'ANSA il cugino della donna, Giorgio Morelli - giornalista che lavora nella Grande Mela -, sottolineando che le autorità hanno nome e cognome della persona, un uomo che secondo uno dei testimoni sarebbe stato l'ultimo ad essere visto in compagnia della vittima.

"Sono in una doppia veste - ha detto Morelli - di giornalista e cugino, ma non posso più dire niente per non compromettere le indagini. Sul caso stanno lavorando 12 detective ed è un gran risultato che in una città di oltre 12 milioni di abitanti si sia riusciti a trovare nome e cognome della persona in tre giorni. Mi piacerebbe annunciare presto l'arresto dell'assassino di mia cugina"

LA POLIZIA HA UN IDENTITIKIT

La polizia ha un identikit. Ritrae l’ultima persona, un certo Carlos, con la quale sarebbe stata vista viva Rita Morelli, uccisa con tre pugnalate nella sua abitazione a New York. «La polizia lo ha identificato, questa è una buona notizia - racconta Giorgio Morelli, cugino della 36enne assassinata - un grande passo in avanti». L’uomo, di origini sudamericane era stato visto da una vicina del secondo piano della casa di East Harlem dove viveva la vittima. «Se è stato lui - conclude Morelli - con il Dna si verrà a sapere subito, questo mi dicono da New York e quindi lo prenderanno». «QUELLO NON ERA IL SUO RAGAZZO» - «Sembrava calma, ma quello non era il suo ragazzo», ha riferito agli investigatori Lee Stefanis, il vicino che conosceva Rita e che aveva incrociato i due uscendo dall’edificio. La ragazza, secondo una vicina che vive al piano sopra quello della donna assassinata, l’ha poi vista rientrare in casa: «L’ultima cosa che mi ha detto è stata ]

Il ristorante in cui lavorava Rita Morelli Il ristorante in cui lavorava Rita Morelli
MILANO - La polizia ha un identikit. Ritrae l'ultima persona, un certo Carlos, con la quale sarebbe stata vista viva Rita Morelli, uccisa con tre pugnalate nella sua abitazione a New York. «La polizia lo ha identificato, questa è una buona notizia - racconta Giorgio Morelli, cugino della 36enne assassinata - un grande passo in avanti». L'uomo, di origini sudamericane era stato visto da una vicina del secondo piano della casa di East Harlem dove viveva la vittima. «Se è stato lui - conclude Morelli - con il Dna si verrà a sapere subito, questo mi dicono da New York e quindi lo prenderanno».

«QUELLO NON ERA IL SUO RAGAZZO» - «Sembrava calma, ma quello non era il suo ragazzo», ha riferito agli investigatori Lee Stefanis, il vicino che conosceva Rita e che aveva incrociato i due uscendo dall'edificio. La ragazza, secondo una vicina che vive al piano sopra quello della donna assassinata, l'ha poi vista rientrare in casa: «L'ultima cosa che mi ha detto è stata "Copriti, fa proprio freddo!"», ha raccontato, ma non ha saputo spiegare come l'assassino possa essere entrato nell'edificio: «Probabilmente, si è limitato a citofonare».

«ERA BRAVA E SIMPATICA» - Rita Morelli studiava al College Hunter e con il compagno lavorava in un ristorante italiano. «Veniva qui da un paio di anni, due o tre sere a settimana, per pagare le spese. Era una ragazza brava, simpatica, tranquilla e sempre puntuale, per questo mi sembra una cosa molto strana», racconta ora Nando, il proprietario del «Caffè Buon Gusto».


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