Simone D’Alfonso e Luciana Conte esprimono dolore e chiedono un’azione più incisiva contro disagi sociali e sanitari che possono degenerare in tragedie familiari.
Un’intera comunità è sotto shock per il femminicidio avvenuto nel pomeriggio a Lettomanoppello, dove Antonio Mancini, 69 anni, ha aperto il fuoco contro la sua ex moglie, Cleria, uccidendola davanti a passanti e negozianti. Accanto alla donna c’era anche il nipotino di 12 anni, scampato per miracolo ai proiettili esplosi. L’uomo, dopo la sparatoria, si è dato alla fuga per poi essere arrestato dai carabinieri a Turrivalignani.
A poche ore dall’accaduto, il sindaco di Lettomanoppello, Simone D’Alfonso, e l’assessore comunale alle politiche sociali, Luciana Conte, hanno diffuso una nota ufficiale carica di dolore e preoccupazione. «L’omicidio che si è verificato oggi è una tragedia che colpisce l’intera comunità» dichiarano. «Un episodio che non può essere liquidato con etichette preconfezionate, ma che va indagato e compreso in profondità. Oggi è morta una donna, colpita da chi avrebbe dovuto rispettarla, in un contesto di violenza cieca che ha rischiato di coinvolgere anche un bambino».
Nella nota, i due amministratori sottolineano che sarà la magistratura a chiarire con precisione i contorni dell’omicidio, ma evidenziano la necessità di guardare oltre la dinamica immediata: «La prima sensazione — scrivono — è che l’episodio affondi le radici in un disagio profondo, non soltanto in un presunto conflitto tra ex coniugi. Una sofferenza personale che ha trovato un bersaglio in una donna che aveva condiviso parte della propria vita con chi si è poi trasformato nel suo assassino».
Un passaggio importante è dedicato anche alla responsabilità delle istituzioni: «È su quel disagio che la nostra comunità e lo Stato devono rafforzare la propria azione, intervenendo nei casi di fragilità psicologica e sociale per evitare che situazioni latenti degenerino in atti irreparabili».
Il sindaco e l’assessore concludono con un messaggio alla cittadinanza: «Lettomanoppello saprà reagire. Siamo di fronte a un episodio isolato, ma che lascia una ferita profonda. Sta a tutti noi dare una risposta unita e concreta, perché tragedie come questa non si ripetano più».
Intanto, la Procura di Pescara coordina le indagini per ricostruire ogni dettaglio e definire i capi d’accusa nei confronti di Mancini, arrestato poche ore dopo la sparatoria. La comunità si è stretta attorno alla famiglia della vittima, sconvolta da un evento che ha colpito il paese nel suo cuore più intimo.