"Omnibus" e "Agorà", la tv che assomiglia alla radio

Ritorno alle origini

17 Dicembre 2010   12:03  

La tv fa un passo indietro e copia la radio. Nell'era del 3D e del led, alcuni programmi mattutini scelgono di tornare alle origini, proponendo prodotti che possono tranquillamente essere ascoltati senza pretendere di far rimanere i telespettatori con gli occhi incollati allo schermo. Due esempi tipici di questa tendenza sono "Omnibus" (La 7, ore 8) e "Agorà" (Raitre, ore 9), talk-show che ricordano molto da vicino quel Radiodue 3131 (1980-1990) di Corrado Guerzoni, che fece la storia delle nostre frequenze.

I politici italiani dell'epoca, si davano appuntamento negli studi radiofonici per parlare dei temi d'attualità più roventi, e le loro litigate diventavano il pane quotidiano per tv e gli altri media. Certo, i tempi sono cambiati e RadioRai non ha più l'autorevolezza di una volta, però la formula, trasferita sul piccolo schermo, funziona ancora alla grande e non è un caso che Andrea Vianello, conduttore di "Agorà", sia cresciuto professionalmente proprio con cuffia e microfono.

Sono cambiati anche i politici (non per fare del facile populismo, è una triste realtà) per cui il livello delle dicussioni si è abbassato parecchio. L'eccessiva faziosità dei protagonisti, poi, porta spesso a risse verbali e ad una bagarre che non consente a chi ascolta di capire granchè. Segno dei tempi in cui quella che una volta era considerata un'arte è finita nelle mani di partiti e persone che comunicano sempre di più solo il nulla.

Rimane intatta, invece, la capacità di tali trasmissioni di influenzare gli argomenti trattati dai notiziari. Con alcune sostanziali differenze. Se il tg di La7, infatti, ripropone spesso frammenti del programma mattutino (facendogli, automaticamente della pubblicità), altrettanto non si può dire per il Tg3. Un mancato gioco di squadra, senz'altro dannoso per gli ascolti della rete. Peccato.

 

Francesco Balzano

 


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