Dopo due anni di indagine, il Gruppo della Guardia di Finanza di Ponte Chiasso ha deferito all'Autorità Giudiziaria un'organizzazione dedita al riciclaggio di ingenti quantitativi di oro.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, ora al vaglio dell'autorità giudiziaria, gli indagati, complessivamente 13 soggetti, residenti in Lombardia, Piemonte e Svizzera, avevano predisposto un'articolata rete di raccolta di ingenti quantitativi di oro di illecita provenienza su tutto il territorio nazionale ed estero, impiegando capitali provenienti dalla Svizzera ma soprattutto tratti dal "nero", cioè dall'evasione fiscale perpetrata da imprese italiane.
Successivamente, utilizzando un sistema di trasporto a mezzo di corrieri dotati di automezzi predisposti con doppifondi volti ad occultare il denaro e l'oro, o di abbigliamenti appositamente realizzati in modo da celare il materiale sulla persona, e di una rete di comunicazioni per mezzo di schede telefoniche italiane ed estere intestate a "prestanome", esportavano illegalmente i quantitativi di oro, che veniva poi fuso e reimmesso sul mercato, prevalentemente svizzero.
Per creare poi documentazione fittizia che giustificasse la presenza dell'oro, l'organizzazione utilizzava società spagnole, inglesi e degli Emirati Arabi, per far risultare false esportazioni verso la Svizzera.
Le ipotesi di illecito rappresentate alla Procura della Repubblica di Como sono la ricettazione, il riciclaggio, il reimpiego di capitali, ed il commercio abusivo di oro.
Le indagini, svolte anche in rogatoria internazionale con Svizzera, Spagna e Regno Unito, hanno permesso di sequestrare 129 kg. di oro in lingotti (con titolo 995/1000), e 1.374 Kg di argento.