Ora ci si mette anche Monti: porto di Pescara a rischio spopolamento

27 Dicembre 2011   11:45  

Come se non bastasse la surreale vicenda del dragaggio, ora bloccato, del porto canale di Pescara, adesso un nuovo macigno pesa sul futuro del porto turistico di Pescara.

Il recente decreto Monti, che si somma alla crisi generalizzata e contingente, rischia di svuotare, entro l'estate prossima, il porto del capoluogo adriatico. Il provvedimento, che sarà operativo da maggio 2012, introduce una tassa sulla nautica e una di transito nei porti turistici. Nel primo caso, per fare un esempio pratico, ai 3.340 euro necessari per tenere ormeggiata una barca al Marina di Pescara, vanno ora aggiunti 1.825 euro di tassa. Nel secondo caso invece si avranno aumenti variabili dal 20 al 30 per cento.

Nel 2007 i transiti annui all'interno del porto furono 410, 380 l'anno seguente, 310 nel 2010 e nel 2011. Una parabola inesorabilmente discendente che sta mettendo seriamente in crisi il Marina di Pescara, la società della Camera di Commercio, che con 18 dipendenti e un fatturato di circa due milioni e mezzo di euro, gestisce le attività del noto attracco nautico, pagando all'Erario un canone demaniale annuo di circa 280 mila euro.

Secondo Riccardo Colazilli, presidente del Marina di Pescara, ad influire sulla crisi anche la durata media dei transiti, scesa nella maggior parte dei casi a una sole notte, rispetto al passato quando la sosta era anche di tre, quattro giorni.

Fermo è anche il mercato dei posti barca: su un totale di 900 posti, quelle attraccate solo nel periodo estivo sono 720, mentre quelle ormeggiate tutto l'anno scendono a 550. Il canone annuo del porto turistico per un natante va dai 3.340 ai 6.090 euro a seconda della lunghezza dell'imbarcazione.

Sono già molti, ora, quelli che pensano di trasferirsi, quando a maggio entrerà in vigore il decreto Monti, sull'altra sponda dell'Adriatico, magari in Croazia. Spostando, di fatto, una bella fetta di economia.


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