Osservatorio astronomico di Colleurania: la porta del cielo in cima alla collina

29 Febbraio 2012   11:27  

In cima ad uno dei colli intorno a Teramo non spunta, come è normale, una torre o un campanile, bensì un'opaca cupola vitrea tra antiche sequoie. E' l'Osservatorio Astronomico di Collurania, fatto costruire a fine '800 dall' astronomo teramano Vincenzo Cerulli, scienziato con gli occhi rivolti al cielo e i piedi radicati nella sua terra. Attratto per ragioni speculative dall'oscurità della notte: in questi luoghi infatti non c'era inquinamento luminoso, la città non brulicava di luci, fari ed insegne, le falene non andavano a morire sui lampioni.

Cerulli donò l'Osservatorio allo Stato nel 1917 e fu quasi un messaggio di pace in anni in cui i giovani del luogo erano strappati dai loro cieli stellati e mandati a crepare come topi nelle trincee.

Nella sala della cupola svetta come un totem il grande telescopio Cooke, un gioiello di tecnologia di fine Ottocento. Seguiva il moto orario delle stelle con un sistema a caduta di pesi e grazie ad esso Cerulli scoprì che i famosi canali di Schiapparelli che solcano la superficie di Marte altro non sono che illusioni dell'osservatore che integra visivamente macchie scure dai confini confusi, spinto forse dal sogno di dimostrare che non siamo soli nell'universo.

Collurania ospita un museo ed un centro di ricerche, che dopo anni difficili si è affermato a livello europeo per mole e qualità dei risultati ottenuti.

I ricercatori interrogano quotidianamente le stelle per comprendere l'età dell'universo e il suo destino. A Collurania è stata scoperta la supernova SN2000E, esplosione di una stella avvenuta circa cento milioni di anni fa e la cui luce ha attraversato distanze siderali nello spazio e nel tempo. Questa e altre supernovae indicano che l'espansione dell'Universo sta accelerando. Anche lei, come i nostri ritmi di vita entropici e stressanti. L'accelerazione dell'espansione cosmica sembra suggerire che la forza di gravità è contrastata da un'altra forma di energia, che gli scienziati non hanno ancora individuato e che hanno battezzato "energia oscura". Compito per ora dei filosofi o dei poeti è dire se questa espansione porterà alla morte dell'universo e al suo spegnersi nel nulla assoluto o se al contrario è solo la sistole di un eterno respiro.

Ciò che si sa con certezza scientifica lo dobbiamo a strumenti che sono l'evoluzione di quelli, oramai in pensione, conservati nel museo. Troviamo un astrografo per fotografare il cielo. Su una lastra ci sono tanti puntini scuri. Non sono grani di polvere, ma stelle. E' il negativo dell'Universo, un trattino è l'impronta di una galassia. E poi interferometri, micrometri e spettroscopi. Sorprende un fotometro con le sue cellule, bulbi di quarzo nel cui nucleo un filo di tungsteno, eccitato dalla luce di una stella, ne misurava colori ed intensità. Infine il telescopio Salmoiraghi, ribattezzato il "cercatore di comete".

Guardandoci dentro si rivivono le emozioni di Cerulli quella notte in cui scoprì un pianetino che chiamò poi Interamnia o ritrovò nella volta celeste una cometa di cui si erano perse le tracce.Fuori è intanto apparsa una bella luna piena ed è dunque la notte peggiore per l'osservazione degli astri. In compenso se si sale fino a Mezzanotte, grappolo di case vicino all'Osservatorio si possono godere le colline del teramano che galleggiano nella luce e il Gran Sasso brillare di neve.

Campo Imperatore, a proposito, è uno dei luoghi privilegiati per l'osservazione astronomica ed infatti c'è un altro importante Osservatorio dotato di telescopio infrarosso AZT24. Gli astrofili organizzano campeggi notturni su a Fonte Vetica. Nei meandri del Gran Sasso, nel Laboratorio di Fisica Nucleare, gli uomini cercano di strappare al Sole i suoi segreti che intanto qualche chilometro più su asciuga i ghiacciai e secca fontanelle e piste da sci, come vaticinarono inascoltati gli aruspici di Kyoto. Scendendo invece lungo la Val Vomano, è bene fermarsi a Caprafico, dove sono scienziati nel cucinare le mazzarelle: coratelle di agnello speziate avvolte in foglie di lattuga avvolte da giri di budello. Insomma, un po' come le cosmografie stratiformi degli antichi. Una delizia che rende piacevole la nostro soggiorno in questo angolo di Via Lattea.


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