L'Assemblea del Pd ha eletto Maurizio Martina segretario con 7 voti contrari e 13 astenuti. La quadra sul nome del reggente è arrivata dopo un'estenuante mediazione tra le anime del partito. Martina si è impegnato nel suo intervento a convocare il Congresso "entro le elezioni europee". Non è stata fissata una data per le primarie ma dovrebbero svolgersi entro febbraio, il 24 probabilmente. Intanto, a inizio settimana si sapranno i nomi della nuova segreteria condivisa.
"Questo partito - ha detto Martina nel suo intervento prima dell'elezione - deve scuotersi e mettersi alla ricerca fuori di qui di persone, idee e disponibilità. Questa apertura a tutte le energie democratiche penso vada ben oltre il Pd, a queste forze sbattiamo la porta in faccia o apriamo porte e finestre? Io sono per aprire", ha proseguito. "Non si tratta di guardare al passato o costruire nuove formule che non guardano al presente, non si tratta di fare una discussione tra gruppi dirigenti. Bisogna dare un messaggio alle tante persone distanti e disilluse che devono trovare in noi una strada credibile", ha spiegato. " Sarà un lavoro difficile, lungo appassionante, rigenerante che - ha concluso ci aprirà nuovamente per trovare la forza per l'alternativa".
"La ripartenza non può essere un simil Pds o una simil Unione. Deciderà il Congresso, lo rispetto, se qualcuno pensa che la nostalgia è la chiave di sviluppo del Pd lo rispetterò da militante ma non coglie le novità di una destra che sta governando a colpi di tweet", ha detto ancora l'ex premier secondo il quale "a forza di fare la guerra a noi arriva un governo che va da Casaleggio a Casa Pound. A forza di fare la guerra al Matteo sbagliato arriva il governo Salvini". "Ora ci aspetta una traversata nel deserto, e la cosa non mi piace", ha sottolineato affermando: "Oggi non siamo alla terza Repubblica, vedendo Salvini e Di Maio siamo alla terza media".
"Non so cosa proporrà Martina, ho letto che proporrà un percorso. Io aggiungo il mio contributo: se fai le primarie e chiami 2 mln a votare non puoi pensare che dal giorno dopo 200 appartenenti e una corrente cercano di mettere in discussione il risultato delle primarie", ha continuato Renzi aggiungendo: "Dico questo per chi verrà, fate il percorso che volete, io ci sono, ma se il giorno dopo si riparte daccapo il problema non è quando si inizia ma quando si chiude il Congresso", ha proseguito Renzi.