"Palermo chiama Italia", manifestazione a Pescara per ricordare le stragi di Capaci e Via D'Amelio

23 Maggio 2016   16:53  

A 24 anni dalla strage di Capaci il Comune di Pescara è stato oggi protagonista dell'evento organizzato dal MIUR, dall’Ufficio Scolastico Regionale, con la Fondazione Giovanni e Francesca Falcone, l’Associazione “Falcone e Borsellino” e con l’IPSSAR De Cecco, "Palermo chiama Italia", per ricordare le morti di Falcone e Borsellino a Capaci e via d'Amelio nel 1992.

Oltre 50.000 studenti coinvolti: iniziative a Palermo, Pescara, Milano, Gattalico (RE), Firenze – Campi Bisenzio, Roma, Napoli, Bari, Barile (PZ) e Pescara.

L'evento clou nell'aula bunker del carcere dell'Ucciardone a Palermo, dove si svolse il maxiprocesso alla mafia.

A Pescara, presso il Palazzetto dello Sport Giovanni Paolo II si è svolta la manifestazione condotta dalla Iena Pietro Sparacino davanti a oltre 1.500 studenti proivenienti da Abruzzo, Marche e Molise, che sono stati premiati per il lavoro svolto sulla legalità e che hanno accolto le storie e l'impegno promosso in tal senso dal vice presidente del CSM Giovanni  Legnini, il presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Francesco Forgione, dal sindaco Marco Alessandrini, intervistato anche per la sua storia familiare, insieme alle massime autorità convocate per ribadire il no alla mafia da parte della comunità tutta.

 "Gesualdo Bufalino diceva che Cosa Nostra sarebbe stata sconfitta dai maestri elementari. Non c'è niente di più vero, perché la cultura della legalità germoglia tra i più giovani ed è a questa età che occorre iniziare a comprendere che il rispetto delle regole conviene a tutti". Lo ha detto il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, nel corso della manifestazione "Palermo chiama Italia", che coinvolge 50mila studenti in tutta Italia nel 24/o anniversario della strage di Capaci.
    "Talvolta la sorte ti capita con violenza e bisogna farci i conti" ha risposto poi Alessandrini alla domanda di Pietro Sparacino, delle Iene, ricordando la morte del padre, il giudice Emilio Alessandrini, assassinato da un commando di Prima Linea nel 1979 a Milano. "Ero un bambino e di quel periodo ricordo i quotidiani bollettini di guerra ai quali assistevo davanti alla tv. Gli anni di piombo sono stati una guerra che ha causato 500 morti e 5.000 feriti".

 "L'Abruzzo, come altre regioni, non è un'isola felice e in occasione del terremoto del 2009 ci sono stati dei tentativi di infiltrazione mafiosa". Lo ha detto il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini, questa mattina a Pescara durante la manifestazione nazionale 'Palermo chiama Italia', che ha coinvolto 50mila studenti in otto città italiane nel ventiquattresimo anniversario della strage di Capaci.

"All'Aquila, però, la società e le istituzioni hanno anticorpi solidi - ha proseguito Legnini - e la magistratura, insieme alle forze dell'ordine, ha individuato e respinto quei tentativi di infiltrazione".


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