Parco costa teatina: divampa la polemica. Febbo a testa bassa, la Cna attacca

12 Settembre 2011   13:00  

Divampa la polemica e il conflitto politico intorno all'istuzione del parco della Costa Teatina. L'assessore Mauro Febbo risponde oggi alle dichiarazioni del consigliere regionale Maurizio Acerbo e di Rifondazione comunista

"Acerbo ha fatto la scoperta dell'acqua calda. Le carte che dimostrerebbero la mia scorrettezza non hanno nessuna eccezionalita' visto che con una Delibera la Giunta ha recepito la votazione all'unanimita' del Consiglio regionale che mi ha designato come Coordinatore del Tavolo per il Parco della Costa teatina.

Evidentemente il consigliere regionale Acerbo era distratto. Volevo ricordargli inoltre - aggiunge l'assessore - che e' proprio grazie al mio lavoro di Coordinatore che i sindaci hanno dovuto fare chiarezza sulla loro posizione.

Alcuni di essi infatti solo a chiacchiere, forse solo per mantenere una certa coesione all'interno della loro maggioranza, hanno detto di essere favorevoli al Parco mentre a livello ufficiale non hanno prodotto nessun atto indispensabile per proseguire nell'iter in questi 10 anni. Il mio lavoro e' servito a creare un momento di confronto fondamentale per comprendere quali sono le reali intenzioni delle comunita' che vivono sulla Costa e come si pongono di fronte a questo progetto: la posizione dei Comuni, che resta condizione primaria per le azioni che andremo a realizzare, deve essere chiara.

Sulla mia posizione invece - precisa Febbo - non ci sono dubbi visto che ho sempre reputato quella del Comprensorio della Costa dei Trabocchi come la soluzione piu' adeguata e perseguibile. Per questo pero' secondo Acerbo dovrei dimettermi: perche' non dovrei partecipare al Tavolo di lavoro anche se non sono favorevole al Parco? E' come se agli ambientalisti fosse impedito di partecipare ad alcune conferenze di servizi come quella sulla Caccia.

Il mio ruolo di amministratore mi impone come obiettivo principale quello di lavorare per il bene delle comunita' che rappresento.

L'assessore spiega, inoltre, che "l'iter che dovrebbe portare alla nascita del Parco, o comunque ad un'altra soluzione, deve posare su basi solide e tra queste si sono necessariamente la condivisione e la concertazione con le comunita' coinvolte.

Acerbo invece provi a spiegare come avrei fatto ad incidere sulle decisioni dei Comuni che non sono della mia stessa parte politica, anzi. Provi a spiegare perche' in tutti questi anni, nel corso dei quali le coalizioni di governo di cui faceva parte hanno guidato Stato, Regione, Provincia e Comuni non hanno prodotto nulla se non chiacchiere e polemiche. Quelle che mi vengono mosse - sostiene l'assessore - sono solo accuse acerbe e strumentali mentre si continua a parlare di perimetrazioni, di sostegno o di contrarieta' al Parco. Molti di quelli che mi attaccano quotidianamente pero' hanno dimenticato di dire, o hanno volutamente omesso, alcuni aspetti che riguardano le norme che servirebbero a regolare il Parco.

Se molti portatori di interesse delle aree interessate (come agricoltori, albergatori, commercianti, balneatori, artigiani, imprese edili, frantoiani e tanti altri) sono contrari e' soprattutto perche' la legge quadro sulle aree protette, la n.394 del 1991, che regola e tutela l'istituzione e la gestione delle aree naturali, prevede una serie di vincoli, divieti e prescrizioni su tutto il territorio che certo non agevolerebbero un'area gia' fortemente antropizzata. Su questo pero' alcuni esponenti della sinistra e diversi ambientalisti tacciono probabilmente perche' se le popolazioni conoscessero certi aspetti storcerebbero il naso", afferma infine Febbo.

A seguire la dura nota del Cna, contro il partito trasversale che vuole affossare il Parco

"L'idea del referendum popolare sull'istituendo parco della costa teatina e' un modo come un altro per cercare di affossarlo. Meglio farebbero i suoi sostenitori a dire con chiarezza qual e' il loro obiettivo".

E' quanto afferma il direttore della Cna di Chieti, Letizia Scastiglia, secondo cui "il partito trasversale contrario allo sviluppo eco-compatibile, a mano a mano che passano i giorni, comincia a venire allo scoperto, manifestando le sue reali intenzioni: affossare l'area protetta, contrapporla in modo strumentale ad alcune infrastrutture, come la pista ciclo-pedonale che prendera' il posto dell'ex tracciato ferroviario, destinata invece a rappresentare il 'valore aggiunto' del Parco".

"Si fosse dovuto ricorrere nel passato allo strumento del referendum popolare, per decidere la creazione o meno di aree protette - rincara Scastiglia - non avremmo probabilmente visto la nascita di quelle realta', penso all'Abruzzo dei parchi, che invece si sono rivelate le poche, se non le uniche carte vincenti per l'immagine turistica regionale.

Gli argomenti demagogici del partito unico anti-Parco possono trovare facile breccia in alcuni ambienti fortemente esasperati dalla crisi, salvo poi pentirsi dieci anni dopo".

Secondo Scastiglia, a questo punto, e' pero' "doveroso che alcune istituzioni locali, come la Provincia - che pure e' stata in diverse fasi protagonista del progetto - vengano allo scoperto dichiarando le proprie intenzioni".

"Il balletto di questi giorni - conclude - deve finire, e proprio l'ente guidato da Enrico Di Giuseppantonio puo' contribuire a fare chiarezza e a creare quel clima di collaborazione tra gli interessi di istituzioni locali, popolazioni, associazioni d'impresa e ambientalisti, che invece altri - Regione in testa - si propongono dichiaratamente di dividere e contrapporre".


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore