La Federazione Pugilistica Italiana (FPI) ha rifiutato l'offerta di un premio in denaro dalla International Boxing Association (IBA) destinato ad Angela Carini, in quanto l'atleta non accetterà il riconoscimento economico. La decisione dell'IBA di premiare Carini come se avesse vinto l'oro olimpico, nonostante i Giochi di Parigi 2024 siano ancora da disputare, ha sollevato numerose critiche.
L'IBA, sotto la guida del presidente Umar Kremlev, ha deciso di assegnare un premio di 100.000 dollari suddiviso tra l'atleta Angela Carini, il suo allenatore, e la Federazione Italiana, nonostante quest'ultima abbia recentemente lasciato l'associazione per aderire a un nuovo ente, la "World Boxing". In risposta, la FPI ha dichiarato di non voler accettare alcun premio in denaro dall'IBA. In una nota ufficiale, la federazione ha smentito qualsiasi ipotesi di accettazione di fondi da parte dell'ente internazionale.
Thomas Bach, presidente del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), ha ribadito la sua posizione sulla questione, affermando che l'odio e le polemiche sui social media riguardo alle atlete coinvolte sono inaccettabili. Bach ha sottolineato che Imane Khelif e Lin Yu-ting, due pugili le cui partecipazioni ai Giochi di Parigi sono state messe in discussione, sono donne secondo ogni definizione ufficiale e scientifica. "Abbiamo due pugili che sono nate donne, che sono cresciute come donne, che hanno passaporti femminili e che hanno gareggiato come donne per anni", ha dichiarato Bach in conferenza stampa. "Non c'è mai stato il minimo dubbio al riguardo".
Umar Kremlev, presidente dell'IBA, ha espresso disappunto per la situazione attuale, affermando che il pugilato femminile è in pericolo. Ha dichiarato che non riusciva a rimanere indifferente vedendo Carini in lacrime e che non comprendeva le decisioni che danneggiano lo sport femminile. Tuttavia, la scelta di premiare Carini "come se avesse vinto l'oro" è stata vista da molti come un tentativo dell'IBA di esercitare pressione su un sistema di competizione già complesso.
La decisione della FPI di rifiutare i premi dell'IBA è un riflesso delle tensioni in corso tra le organizzazioni sportive internazionali e nazionali. L'IBA, che non gestisce il pugilato olimpico, ha differenziato il proprio approccio dai metodi di altre federazioni, come la World Athletics, che assegneranno premi solo ai vincitori delle medaglie d'oro. L'offerta dell'IBA di ricompensare anche i vincitori di argento e bronzo non è stata accolta positivamente dalla FPI, che ha criticato la scelta di utilizzare graduatorie scadute e di fare affidamento su consulenze legali esterne.
La controversia tra la FPI e l'IBA mette in luce le sfide e le complessità del mondo sportivo internazionale, dove le decisioni sui premi e le partecipazioni possono avere ripercussioni significative per gli atleti e le federazioni coinvolte. La vicenda solleva questioni più ampie sulla trasparenza, l'equità e la governance nello sport olimpico.