Passaggio del testimone alla guida de "Il Centro", arriva Marino

31 Agosto 2010   16:26  

C'è stato ufficialmente ieri l'annunciato passaggio del testimone alla direzione de "Il Centro", il primo quotidiano d'Abruzzo in continua crescita.
Dopo quattro anni Luigi Vicinanza lascia il posto a Roberto Marino, fino a ieri caporedattore a Pescara.
Qui sotto, l'editoriale del neo direttore pubblicato nell'edizione in edicola oggi.

Il difensore civico degli abruzzesi.

Per la prima volta in quasi un quarto di secolo il direttore del Centro non arriva da fuori Abruzzo, ma è un giornalista della redazione che da otto anni ricopre il ruolo di caporedattore centrale. Una scelta quella dell’editore (al quale va un grazie di cuore) che vuole dare fiducia e continuità alla squadra di giornalisti che ha saputo sotto la guida del direttore Luigi Vicinanza raccontare gli anni più drammatici della storia recente abruzzese.
Quello che Vicinanza lascia (a cui rivolgiamo un saluto affettuoso e un sincero in bocca al lupo) è un giornale più solido e radicato, più autorevole e prestigioso, passato in neanche quattro anni da 214mila a 409mila lettori al giorno. A questo si aggiunge il successo del sito internet, sempre più cliccato e visitato, al lavoro pochi istanti dopo il terremoto, per mesi punto di riferimento dell’opinione pubblica mondiale.
L’Abruzzo è cambiato, molte certezze sono venute meno, si è spezzato il filo che doveva consolidare la crescita iniziata 30 anni fa. Oggi è una regione smarrita, ferita, alla ricerca di una nuova identità, di un progetto con lo sguardo lungo sul futuro. La scarsa credibilità della classe politica rende poi tutto più complicato. Ma cincischiare davanti ai problemi non è più possibile. La missione del Centro sarà quella di raccontare, stimolare, denunciare, interpretare le vicende di questa delicata fase, rimanendo sempre accanto agli abruzzesi. Ogni giorno.
C’è da raccontare la ricostruzione dell’Aquila, con un occhio vigile alla nuova criminalità finanziaria, a chi viene per arricchirsi e non per dare una mano. Quale futuro avrà la città, come e di che vivranno gli aquilani. Come e quando risorgerà il centro storico. E il governo manterrà le promesse? Abbiamo seguito il terremoto mesi prima e subito dopo la maledetta scossa del 6 aprile 2009. Continueremo a farlo. Non lasceremo solo il nostro collega (e amico carissimo) Giustino Parisse e le migliaia di aquilani sprofondate in un incubo allucinante. Nella nuova redazione di legno a Coppito, i nostri cronisti stanno svolgendo da mesi un lavoro encomiabile e incessante. A loro vanno la riconoscenza e il plauso di tutti noi.
C’è da raccontare l’epilogo delle grandi inchieste che hanno portato a decine di arresti eccellenti, decapitato l’intera classe dirigente, cambiato il colore politico dell’Abruzzo. Vedremo se le accuse reggeranno al giudizio del tribunale. Se salteranno fuori conti segreti e tangenti.
C’è da raccontare il malumore del mondo imprenditoriale e dell’industria, deluso dalla fragilità della politica, alla quale si chiede di fare meglio e di più: servono idee, progetti, infrastrutture, meno tasse e incentivi. Un mondo in affanno per la perdita di migliaia di posti di lavoro, per il Pil che va giù, con il sistema Abruzzo confuso e inerme davanti alle insidie e alle occasioni della globalizzazione. Un mondo che vede migliaia di lavoratori turbati per le nuove forme di contratto e di relazioni sindacali che si stanno facendo largo in fabbrica a colpi di ultimatum più che col dialogo.
C’è da raccontare la vita e i bisogni delle famiglie abruzzesi, alle prese con salari e stipendi assediati dalle bollette e dalle tasse regionali più alte d’Italia; la disoccupazione, il futuro nebuloso dei figli. Con servizi inefficienti, con la sanità che assorbe tutte le risorse e regala disagi, liste d’attesa più lunghe di un anno. Famiglie stanche di vedere l’Abruzzo associato agli scandali e al malaffare.
Per fare questo, l’editore ci affida ogni mattina 64 pagine che presto saranno tutte a colori, grazie all’intuizione e all’intraprendenza del consigliere delegato Domenico Galasso. Pagine bianche, senza nomi intoccabili o argomenti tabù. La libertà del Centro e dei suoi giornalisti è un immenso patrimonio a disposizione dell’Abruzzo, per le sue lotte, le sue battaglie, i suoi sogni.
Saremo a fianco di chi come noi ama davvero questa terra, come l’amarono fino all’estremo sacrificio gli eroi semplici della Brigata Maiella: il loro sussulto di orgoglio, la voglia di riscattarsi insieme, restano un insegnamento valido anche per le emergenze dei nostri giorni.
Saremo contro le cricche e i cialtroni della politica, contro gli affaristi e gli imbroglioni, contro chi non rispetta le regole e la legalità.
Saremo al fianco dei politici che avranno la voglia di stabilire un rapporto nuovo con i cittadini. Tornando a studiare i problemi, a leggere le carte, ad ascoltare le necessità, in grado di accantonare la «politica dell’annuncio», in favore delle scelte concrete, risolutive.
Saremo al fianco di chi saprà dire no alla propaganda furbastra e si sforzerà con lealtà di far risorgere la fiducia e la passione civile dell’elettorato, depresso e disgustato. Di chi troverà l’antidoto per fermare la morte lenta e silenziosa di decine di paesi dell’entroterra abruzzese abbandonati senza risorse.
Saremo al fianco di chi dimostrerà sul serio di rispettare il ruolo della stampa libera, anche quando ci saranno titoli sgraditi e opinioni diverse, accettando il confronto senza arroganze e prepotenze.
Saremo al fianco dello straordinario mondo del volontariato, efficiente e silenzioso, altruista e discreto.
Saremo al fianco dei nuovi abruzzesi che vengono da lontano, che hanno pelle, lingua e religione diverse: sono sempre di più anche fra loro quelli che passano in edicola per prendere il nostro giornale, per capire e informarsi.
Per tutti il Centro continuerà a essere un difensore civico inesauribile, attento e imparziale. Con l’unica regola di stare sempre ai fatti, alle notizie, senza faziosità e preconcetti. Faremo tutto con umiltà e spirito di servizio, rispettando etica e rigore professionale, ma anche con fermezza, senza timori reverenziali e riguardi per nessuno. Con l’orgoglio che questa grande terra si merita.


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