Pastore: inchiesta soufflé, sono contributi e non mazzette!

Rifiutopoli e polemiche

01 Ottobre 2010   14:02  

"Una sorta di sufflé che si sta sgonfiando". Così il senatore del Pdl, Andrea Pastore ha commentato l'inchiesta della magistratura pescarese sui rifiuti in Abruzzo che la settimana scorsa ha portato all'arresto dell'assessore alla Sanità, Lanfranco Venturoni (PDL), e dell'imprenditore Rodolfo Valentino Di Zio.

"E' senza reato", ha aggiunto. "Siamo ai reati pensati - ha sottolineato in una conferenza stampa - e pensati da altri". Per il senatore, il "teorema" della Procura di Pescara e del Gip è che il Pdl sia un "partito d'affari". "Questo non lo consento, se la magistratura chiede rispetto, deve però rispetto anche a chi fa politica e la fa a testa alta".

Per Pastore, l'inchiesta getta "fango su militanti, dirigenti e amministratori del Pdl", insinuando il dubbio e, dunque, tentando di destabilizzare il governo regionale e le amministrazioni locali. Riguardo ai contributi elettorali, per Pastore si è giunti al 'paradosso' per il quale questo tipo di contributi vengono considerati pari ad una tangente e si debba dimostrare di non avere commesso alcun reato.

"Gli imprenditori, i grandi imprenditori - ha evidenziato - finanziano costantemente, da sempre, tutti i partiti". Il senatore ha poi fatto presente che in Senato non sono ancora giunti gli atti relativi a Fabrizio Di Stefano e Paolo Tancredi, entrambi indagati. Pastore ha anche sollevato dubbi sulla competenza della Procura di Pescara a trattare la vicenda, in quanto - a suo dire - la vicenda riguarderebbe soprattutto il Chietino e il Teramano.


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