Patto di Cittadinanza: il Sindaco Mascia su conferenza stampa odierna con Università

18 Aprile 2013   17:58  

“Si chiama ‘Patto di Cittadinanza’ ed è un esperimento di ‘cittadinanza partecipata’ in cui le fasce più fragili della popolazione, Patto di Cittadinanza: il Sindaco Mascia su conferenza stampa odierna con Università  saranno chiamati a dire quali sono le proprie esigenze primarie, aiutando la pubblica amministrazione a indirizzare meglio la propria azione di governo.

Partner del Comune in tale nuova impresa saranno la Facoltà di Scienze Sociali dell’Università ‘d’Annunzio’, la Caritas, il Centro Servizi per il Volontariato e le Cooperative e associazioni sociali che operano da sempre nel settore.

Ovviamente i risultati della sperimentazione verranno vagliati, studiati, e soprattutto inseriti nell’azione del Piano di Zona sociale, consentendoci di potenziare quei settori ritenuti strategici ed evitando la dispersione delle risorse”.

Lo ha annunciato il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia nel corso della conferenza stampa odierna convocata con il professor Antonello Canzano, la docente Eliana Di Giacomo e il consigliere comunale Livio Marinucci.

“L’impegno profuso nel settore delle Politiche sociali dalla nostra amministrazione comunale negli ultimi quattro anni è stato enorme – ha sottolineato il sindaco Albore Mascia - attraverso un Piano di Zona Sociale che assorbe ben 10milioni di euro del nostro bilancio, probabilmente la voce più importante della nostra manovra finanziaria proprio perché siamo tutti consapevoli di quanto sia aumentata l’incidenza del disagio sociale sulla vita quotidiana.

Ormai quasi quotidianamente sentiamo parlare dell’incremento dell’esercito dei cosiddetti ‘nuovi poveri’, pensionati, famiglie monoreddito, tutti coloro che sino a qualche anno fa costituivano la cosiddetta ‘classe media’, con un tenore di vita assolutamente accettabile, e che oggi, con un mutuo sulle spalle, magari i figli all’università o comunque a scuola, si sono ritrovati a non riuscire più a reggere il peso del costo della vita, aumentato in maniera esponenziale, e si sono visti costretti a ricorrere al supporto della pubblica amministrazione, con i nostri servizi sociali, o anche delle parrocchie e di altre Istituzioni, per fronteggiare le proprie difficoltà, dal pagamento di una bolletta o di una rata mutuo sino alla copertura di eventuali spese mediche, ma anche alla più elementare spesa alimentare quotidiana, e lo sa bene la Caritas che ogni giorno prepara centinaia di pasti non solo da consumare nella mensa di via Bardet, ma anche da asporto, per coloro che magari hanno pudore di mostrare il proprio disagio di vita.

Ed è evidente che, a fronte di tali esigenze, l’amministrazione comunale è il primo front office del cittadino, la prima finestra alla quale rivolgersi per un aiuto, un conforto concreto, una misura di sostegno per superare tale disagio. Negli ultimi quattro anni, attraverso il Piano di Zona sociale, l’amministrazione comunale, con l’assessore alle Politiche sociali Guido Cerolini, ha attivato una vera Rete di aiuto che ha messo in collegamento tutte le Associazioni e Organizzazioni di volontariato che operano nel settore, creando anche delle specializzazioni e mettendo a frutto anche le peculiarità di ciascuna di esse. Con la Caritas abbiamo attuato mille progetti, come quello del dormitorio, oggi in dirittura d’arrivo, il microcredito, già al terzo anno di operatività.

Ma le Politiche sociali comprendono un raggio d’azione ben più vasto, e parliamo della diversabilità, che già oggi ci vede partner di decine di associazioni, come Diversuguali, per la redazione di progetti tesi all’abbattimento delle barriere architettoniche, o per garantire l’accompagnamento e l’assistenza domiciliare anche agli studenti portatori di disabilità.

Senza dimenticare poi quelle azioni amministrative destinate alla Terza Età, con l’attivazione del Centro Operativo sociale che ci permette di garantire tutta una serie di servizi, come il monitoraggio dei nostri anziani che vivono soli, l’accompagnamento negli ambulatori, la consegna a domicilio della spesa, l’assistenza domiciliare non solo sanitaria.

Insomma parliamo di un ventaglio di opportunità e di offerte, già fruibili e tangibili, al quale oggi vogliamo aggiungere una nuova sperimentazione, quella del Patto di Cittadinanza. Il modello – ha proseguito il sindaco Albore Mascia - è quello della ‘cittadinanza democraticamente partecipata’ in cui il cittadino è l’attore sociale al quale viene garantito lo spazio in cui poter realmente esercitare i propri diritti, garantendogli gli strumenti per la condivisione.

E quello odierno è un modello che vogliamo applicare partendo proprio dalle Politiche sociali. Partner del patto saranno il Comune, l’Università, la Caritas, il Centro Servizi per il Volontariato e le Cooperative sociali, che costituiranno un Forum cittadino.

Il progetto si estrinsecherà attraverso l’organizzazione di due incontri pubblici nel corso dei quali verranno individuati, attraverso il dialogo diretto con i cittadini, i bisogni sociali più urgenti sul territorio.

Bisogni che verranno poi riportati, esaminati, vagliati, nella fase di elaborazione delle politiche sociali comunali e, in seguito a tale esame, il Forum elaborerà una serie di proposte di interventi finalizzati a rimuovere le principali categorie del disagio.

Destinatari del Patto di Cittadinanza sono gli anziani, i diversamente abili, i nuclei che presentano problematicità familiari derivanti dalla povertà economica, e poi, ovviamente il disagio giovanile, al fine di arginare fenomeni come l’abbandono scolastico, la marginalità e la devianza.

E quelle proposte andranno a incidere sulla programmazione delle Politiche sociali.

Soprattutto dall’attuazione di tali proposte dovrà derivare una modifica della domanda sociale, ossia dovremo avere un riscontro sul territorio in termini migliorativi”.

“Quello avviato da Pescara – ha sottolineato il professor Canzano – è probabilmente un esperimento unico in Italia che parte nell’anno Europeo della Cittadinanza: il Patto ruoterà attorno alle questioni di maggiore urgenza, sensibilità e attorno ai bisogni avvertiti dalla popolazione, al fine di coinvolgere i diretti interessati, ovvero i cittadini, alle decisioni che non avranno solo un’impostazione gerarchica, ma mostreranno una sostanziale apertura al territorio”.

“La fase della recessione – ha aggiunto la docente Di Giacomo – colpisce soprattutto i più deboli: anziani, disabili, famiglie problematiche e giovani. Consideriamo che secondo gli ultimi dati Istat 22milioni di pensionati percepiscono un reddito inferiore ai 500 euro mensili e il 44 per cento non arriva ai mille euro; un anziano su 3 ricorre ai risparmi di una vita per sopravvivere e, quando quei risparmi non ci sono, si ricorre a un prestito.

Tra gli anziani, almeno il 20 per cento degli over-60 è anche disabile; 2milioni 600mila diversamente abili vivono in famiglia e 800mila di essi sono under-14”.

“Ora il primo passo operativo - - ha aggiunto il professor Canzano – sarà la convocazione dei partner, la costituzione del Forum, quindi prima dell’estate ci sarà la prima Assemblea collettiva per decidere insieme ai cittadini cosa occorre fare per migliorare la qualità della vita sotto il profilo sociale”.


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