Il Patto per l'Abruzzo, rappresentato dai consiglieri regionali di centrosinistra, lancia un appello contro l'utilizzo indiscriminato dei fondi pubblici attraverso la cosiddetta "legge mancia". I consiglieri chiedono alla Regione di evitare l'elargizione di contributi senza criteri definiti, sottolineando la necessità di una gestione trasparente e responsabile delle risorse.
"L'Abruzzo che vogliamo è una Regione in cui i fondi pubblici siano utilizzati per migliorare i servizi sul territorio e la vita dei cittadini. Non c'è spazio per azioni diverse, poiché le casse della Regione Abruzzo appartengono a tutti i cittadini," dichiarano i consiglieri regionali del Patto per l'Abruzzo.
Il 28 dicembre 2023, il Consiglio regionale ha approvato una legge omnibus contenente disposizioni per elargire contributi a circa 2.300 associazioni, enti e istituzioni senza criteri preventivamente individuati. Il consigliere Luciano D'Amico sottolinea la mancanza di copertura finanziaria e la correlazione tra questi finanziamenti discrezionali e i risultati elettorali.
"La copertura non c'è e probabilmente non ci sarà. Aspetteremo i prossimi mesi per vedere se il maggior gettito potrà essere destinato all'elargizione di contributi distribuiti discrezionalmente," afferma D'Amico. "Chiediamo l'abolizione del provvedimento per un radicale cambiamento nella gestione della Regione. Le risorse pubbliche vanno gestite attraverso bandi pubblici, dando la possibilità ad enti e associazioni meritevoli di concorrere alla distribuzione di queste risorse."
D'Amico evidenzia come i 22 milioni e 322 mila euro avrebbero potuto essere spesi meglio, ad esempio, potenziando i servizi sanitari o evitando l'aumento del 20% del trasporto pubblico locale. "Dobbiamo coprire il disavanzo della sanità, che stiamo affrontando con tagli ai servizi," continua D'Amico. "Proponiamo una maggiore trasparenza e la cancellazione di qualsiasi forma di discrezionalità, abrogando la legge mancia."
Con l'arrivo di fine luglio, i consiglieri sottolineano l'urgenza di verificare il disavanzo della sanità e di evitare la distribuzione indiscriminata di fondi. "Stiamo distribuendo allegramente 22 milioni di euro e non riusciamo ad indennizzare gli agricoltori per la peronospora o intervenire con politiche di sostegno in alcuni settori economici," conclude D'Amico. "Basta alla discrezionalità e agli interventi episodici senza strategie di sviluppo."