Peculato e truffa al Comune di Tortoreto: arrestato l'ex-dirigente Saccuti

31 Maggio 2013   13:11  

La guardia di finanza di Teramo sta eseguendo un ordine di custodia di cautelare in carcere firmata dal gip del Tribunale dell'Aquila, Giuseppe Romano Gargarella su richiesta dal pm David Mancini, nell'ambito dell'inchiesta sugli ammanchi economici al Comune di Tortoreto. 

Destinatario dell'ordinanza, l'ex dirigente del settore economato, Pasqualino Saccuti.

Saccuti era stato condannato a tre anni in primo grado nel luglio del 2012 per peculato e accesso abusivo ad un sistema informatico aseguito di un inchiesta per un presunto ammanco di 1 milione e 240mila euro.

I reati contestati vanno dalla truffa aggravata al peculato, dall'appropriazione indebita all'accesso abusivo al sistema informatico dell'Ente ed ancora al falso ideologico e materiale.

In particolare Saccuti venne sorpreso, due anni fa, mentre acquistava un Suv con soldi che sarebbero stati stornati, con l'uso dei sistemi informatici, dalle casse comunali.

Sempre con i soldi pubblici avrebbe acquistato beni immobili e mobili il tutto a solo vantaggio personale.

Le fiamme gialle hanno provveduto ad eseguire i decreti di sequestro per equivalente su beni mobili ed immobili oltre alle disponibilita' finanziari, per 400mila euro circa.

Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati un immobile di circa 150 metri quadrati con annessi 3 box/garage, 2 motocicli, 3 autovetture, svariate attrezzature per l'esercizio di una lavanderia automatica a gettoni di Tortoreto, quote di multiproprieta' dislocate sul territorio nazionale, svariati beni di arredamento per interno ed esterno, molteplice materiale informatico ed elettronico, attrezzatura da fitness, orologi. Saccuti e' stato rinchiuso nel carcere di Castrogno. Le indagini sono ancora in corso.

Il Comune di Tortoreto, dopo la scoperta degli ammanchi, istitui' due commissioni: una d'inchiesta interna ed una contabile.

Sono state passate in rassegna, dal 1998 ai primi del 2012, migliaia di atti contabili dai quali sarebbe emerso un buco di circa un milione e duecentomila euro. Il Comune aveva dato mandato legale per recuperare le somme sottratte.

 

 

 

 

 

 

 


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