Pelino, Aracu e Razzi candidati blindati? Panico e rabbia nel Pdl abruzzese

21 Gennaio 2013   10:02  

Ore di altissima tensione anche nel Pdl in Abruzzo a poche ore dalla chiusura delle liste per Camera e Senato, ovvero delle nomine a senatore e deputato decise dei vertici dei partiti e imposte agli elettori, turpe pratica consentita da questa incredibile legge elettorale, non a caso conosciuta con il nome di Porcellum.

Ieri infatti si era sparsa la voce che l'irraggiungibile coordinatore Denis Verdini nel chiuso delle stanze romane aveva per la nostra regione compilato due liste-choc: alla Camera dopo il segretario nazionale Angelino Alfano, capolista in tutte le regioni italiane, comparivano infatti nell'ordine: Paola Pelino, Sabatino Aracu, e addirittura Antonio Razzi, uno dei più pittoreschi personaggi che la politica italiana ha offerto negli ultimi anni.

Al Senato, dietro al capolista Silvio Berlusconi, in lista c'erano invece Gaetano Quagliariello vice presidente uscente dei senatori del Pdl, e poi i coordinatori abruzzesi Filippo Piccone e Fabrizio Di Stefano.

Tenendo conto che in base ai sondaggi il Pdl potrà eleggere due senatori e tre massimo quattro deputati, in base a queste liste resterebbero fuori e senza possibilità di essere eletti - o meglio nominati - tutti gli altri pretendenti onorevoli abruzzesi. In primis il deputato teramano uscente Paolo Tancredi, e il presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa.

Come se non bastasse si era sparsa la voce dell'allunaggio in Abruzzo per un seggio sicuro anche di Domenico Scilipoti. Una vera e propria ciliegina sulla torta preparata a Roma e da far ingoiare a forza ai pur forti stomaci abruzzesi.

Inevitabile la rabbiosa alzata di scudi di buona parte del partito. Nomi a dir poco indigesti ovviamente quelli Antonio Razzi di Sabatino Aracu, e anche quello di Paola Pelino.

A capeggiare la rivolta il presidente di Regione Gianni Chiodi che minaccia di stracciare la tessera del Pdl e afferma: ''Così non va proprio bene. il Pdl rischia una forte debacle elettorale, se la situazione non si recupera e non si ravvedono, prenderemo altre strade. È un’operazione inaccettabile. L’Abruzzo merita una considerazione sufficiente per quanto ha fatto e quanto ha saputo esprimere.''

Aggiungono in una lettera aperta i consiglieri regionali del gruppo Pdl, sindaci di Pescara, Chieti e Teramo ed eletti negli stessi comuni, presidenti delle Province e coordinatori provinciali e cittadini:

"Il nostro partito ha tutte le carte in regola, a partire dal suo leader autorevole e forte, e merita di vincere la prossima sfida elettorale. Non le nascondiamo, però, il nostro totale dissenso rispetto alle indiscrezioni sulle candidature. L'Abruzzo ha avuto la fortuna di essere guidato in questi anni da Gianni Chiodi, il miglior presidente che questa Regione abbia mai avuto. In Abruzzo vi sono tante persone che lavorano a stretto contatto con i cittadini, per portare avanti valori e politiche del nostro partito. Il consenso consolidato in questa direzione non può essere pregiudicato da scelte di palazzo che non rispecchiano la volontà dei cittadini e non hanno collegamento con i territori, anche in considerazione delle prossime elezioni regionali".

La minaccia riassumibile nella formula ''o cambiate i nomi o la campagna elettorale ve la fate da soli'' sembra abbia sortito qualche effetto a seguito di un'infuocata riunione notturna a Palazzo Grazioli.

E cosi' Sabatino Aracu, coinvolto nel processo Sanitopoli, e al suo quarto mandato, dovrebbe essere depennato dalla lista. Al suo posto Paolo Tancredi. Via anche Antonio Razzi, al suo posto Fabrizio Di Stefano.

Sembrerebbe infine che Scilipoti sia stato dirottato in Calabria, candidato al sesto posto nella lista del Senato.

Ma mancando ben 10 ore alla chiusura ufficiale delle liste, ed essendo in corso a palazzo Grazioli un vero e proprio suk, tutto è ancora possibile e alta è la suspance.

FT

 


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