Peppino Impastato: il coraggio e la bellezza che distruggeranno le mafie

06 Ottobre 2011   13:43  

Giovanni e Peppino Impastato. Due ragazzi siciliani, che avevano deciso di rompere con il padre e con il clima mafioso di Cinisi, in provincia di Palermo. Fanno attività politica, sostengono le lotte dei contadini, degli edili, dei disoccupati, e fondano Radio Out, radio libera autofinanziata con cui denunciano i delitti e gli affari dei mafiosi.

Urlarono forte e chiaro in faccia una società sorda, muta e omertosa nomi e cognomi dei mafiosi. Che la mafia è ''solo una montagna di merda''. E Peppino Impastato per questo è morto, come muoiono gli eroi: senza volerlo essere.

Assassinato in una notte di maggio del 1978, dopo essere stato massacrato di botte dai picciotti del boss Tano Badalamenti, legato ai binari della ferrovia, fatto esplodere con la dinamite. Le idee e la lezione di vita di Peppino Impastato quelle però hanno sconfitto la morte.

E vivono anche grazie all'instancabile attività del fratello Giovanni, che oggi a L'Aquila è stato il protagonista di un appassionante incontro con i giovani studenti del liceo Cotugno, iniziativa inserita nella manifestazione Antenne di memoria in svolgimento fino al 9 ottobre al Circolo Culturale Querencia e alla Casa del Teatro di Via Ficara a L'Aquila.

E disse ancora Peppino Impastato per vincere la mafia ''bisognerebbe ricordare alla gente cos'è la bellezza, aiutare a riconoscerla a difenderla'' perché segno del dominio delle mafie è anche la distruzione del paesaggio, il degrado urbano e sociale.

Un messaggio anche questo attualissimo soprattutto qui nel cratere sismico aquilano, dove i miliardi della ricostruzione non possono non scatenare gli appetiti della criminalità organizzata che oramai concentra significativa parte del suo business nella filiera dell'edilizia.

servizio Filippo Tronca
montaggio Marialaura Carducci


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