Per La Sapienza a L'Aquila è aumentata la qualità della vita!

Il terremoto porta benessere

06 Dicembre 2010   13:42  

Il terremoto aumenta la qualità della vita. La sorprendente e contro-intuitiva tesi viene sostenuta, numeri alla mano dalla classifica pubblicata da Italia Oggi ed elaborata dai luminari ed esperti della Sapienza, capitanati dal professor Alessandro Polli.

La ricerca assevera infatti che L'Aquila, dopo il sisma ha scalato ben quattro posizioni in termini di complessiva qualità della vita, ovvero servizi, tempo libero, viabilità, sanità, ambiente, infrastrutture (!) e così via.

Ora assicurano gli esperti romani, L'Aquila è al 63° posto nella graduatoria nazionale del buon vivere, a fine 2009 era quattro posti più sotto, al 67°.

Dalla classifica emerge inoltre che a L'Aquila si vive meglio che a Pescara e a Chieti. Pescara infatti è al 65° posto, e perde dieci posizioni. Chieti al 76° posto. Un pò meglio Teramo: che perde solo due posizioni e si piazza al 62° posizione, e scavalca Pescara.

Va detto che i parametri contemplano non solo le città capoluogo, ma tutto il territorio provinciale. Ma ciò non stempera l'irresistibile voglia di ridere in faccia agli estensori della ricerca, e dando loro una bonaria pacca sulla spalla.

Il terremoto ha inferto infatti un colpo durissimo direttamente ed indirettamente a tutta la provincia, non solo al capoluogo e al cratere sismico. Tutti i parametri parlano di impoverimento generale della popolazione, di esplosione della disoccupazione e della cassa integrazione, di pessimismo e malessere equamente distribuito tra giovani generazioni, e anziani con pensioni al disotto della soglia di povertà. Di consumo progressivo di territorio.Di progressivo spopolamento delle aree interne, dove Parchi e Comunità montane sono senza fondi e sull'orlo della dismissione.

L'Aterno Pescara è tra i sette fiumi più inquinati d'Italia. La valle Peligna vive una devastante crisi economica e desertificazione industriale. E ad Avezzano il trainante comparto agricolo non se la passa certo bene. Se poi quasi 80mila sfollati, cittadini senza più città, non incidono nella media provinciale del presunto benessere, beh allora dovrebbe essere la ricerca ad essere calibrata meglio. O i ricercatori di alzare il sedere dalle loro poltrone romane e venire a vivere a L'Aquila per almeno sei mesi.

Allarghiamo comunque lo sguardo a livello nazionale, per pura curiosità: il Trentino torna a guidare la speciale graduatoria, consolidando una realtà' di eccellenza che dura ormai nel tempo. Ultima, ancora una volta, Napoli, preceduta da ben 22 citta' del Mezzogiorno, isole comprese, confermando cosi' rispetto all'anno scorso un peggioramento della realta' del Sud. Secondo l'indagine nella top-ten del buon vivere figurano anche Mantova, Belluno, Bolzano, Pordenone, Siena, Cuneo, Sondrio, Aosta e Parma.

L'inchiesta di Italia Oggi sulla qualità della vita registra quest'anno l'inabissamento del Mezzogiorno. La prima città del Sud, Potenza, è solo al 61esimo posto della classifica generale. Ma il dato ancora peggiore è che solo sei città meridionali guadagnano posizioni rispetto al 2009, tutte le altre scivolano verso il basso. E nonostante siano numerosi i segnali della crisi in corso, non sono i dati economici quelli che allontanano le due estremità dello stivale. Paradossalmente, da questo punto di vista vi è un leggero avvicinamento.

Tanto è vero che nella classifica sul tenore di vita tre città pugliesi si piazzano in posizione decisamente buone (gruppo due, su quattro). Infatti le province che perdono di più in termini di valore aggiunto sono quelle interconnesse con i mercati internazionali, sono i sistemi produttivi che vivono sull'esportazione. Sono quindi soprattutto città del Nord quelle che avvertono in misura maggiore i morsi della recessione. Quello che nel Sud proprio non funziona sono le infrastrutture e i servizi. Prendiamo per esempio il tempo libero. Che non significa calcolare il numero di ore dedicate all'ozio, ma disponibilità di strutture per la cultura e il divertimento. E' evidente una separazione netta tra due Italie. Secondo la Sapienza, ovvio.0






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