Per il sindaco Cialente il tram a Padova non crea problemi...

Feriti, deragliamenti e rebus omologazione

07 Gennaio 2009   16:16  

Si, avete sentito bene. Per il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente, il tram della Lhor non ha creato problemi degni di nota dove, come a Padova, è in funzione da più di un anno. La risposta, a dir poco sorprendente, fa parte di un'intervista che avevamo realizzato  qualche giorno fa, al fine di capire cosa il Comune ha intenzione di fare per risolvere l'annosa questione del tram su ruota aquilano, impropriamente chiamato metropolitana di superficie.

Per il sindaco il problema è quello di completare l'opera. L'ipotesi di smontare tutto non viene esclusa, ma non sembra essere quella preferita. Il sindaco ha affermato più volte che la metro è una sciagura per la città, un'opera sovradimensionata, inutile, sperimentale, un regalo avvelenato lasciato  dalla passata amministrazione.  "Una follia collettiva", afferma nell'intervista. Ergo, conclude però il sindaco con ferrea logica kantiana, bisogna andare avanti.

Il sindaco rivela inoltre che è in corso  "un rapporto epistolare" con il Ministero dei beni culturali, e dunque con l'amministratore-poeta Sandro Bondi,  con l'obiettivo di aggirare  il diniego della Soprintendenza per quanto riguarda il passaggio su Via Roma.  La sua argomentazione è la seguente. " Il vincolo è troppo stringente, non potrebbero passarci neanche le automobili". E inoltre: " Il problema riguarda solo due punti del primo tratto  di Via Roma, davanti la chiesa di San Paolo e davanti  la vecchia locanda Orazi ". Ergo...spostiamo la chiesa e la locanda?

Il vero cruccio del sindaco è  cosi' quello di trovare i soldi  per continuare a stendere le rotaie ed innalzare i tralicci fino alla Fontana Luminosa, e un giorno chissà, fino al terminal di Collemaggio. Bisognerà poi  rivoluzionare il traffico per garantire un numero congruo di passeggeri riducendo al minimo le spese di esercizio. Dovrà essere cioè l'intera città ad adeguarsi e plasmarsi ad un mezzo di trasporto e non viceversa.

E ancor prima, come imposto dalla Comunità europea, occorre rescindere la convenzione-capestro, a causa del mancato rispetto della normativa comunitaria in materia di appalti pubblici. 

Il sindaco sulla qualità del mezzo non ha invece dubbi. O meglio: il tram è una" follia collettiva", ma altrove funziona. Eppure sfogliando i giornali veneti  i fatti sembrano smentire le  parole e gli articolatissimi ragionamenti del sindaco.

PADOVA, UNA CITTA’  SOTTO AD UN TRAM…  

La particolare monorotaia che sporge di un centimetro dal piano stradale ha già provocato un morto, Franco Zambon, caduto dalla moto  per colpa della rotaia killer, e ancora 500 incidenti, 250 infortuni,  oltre 3mila giornate di prognosi, molti invalidi permanenti, 65 richiese di risarcimento, 7 denunce alla Procura della Repubblica e tre  interrogazioni parlamentari. Le vittime non sono solo i cittadini che meritoriamente fanno uso della bicicletta, mezzo poco diffuso a L'Aquila, ma anche tanti motociclisti. Per inciso, se il Comune di Padova dovrà risarcire tutti gli infortunati, rischia seriamente la bancarotta. 

Di biciclette a L'Aquila se ne vedono poche in giro, siamo d'accordo, però una cosa che non ci manca è il freddo e il gelo invernali. Ebbene: sembrerà incredibile ma  a Padova, altra città non propriamente tropicale, il gelo rappresenta un grosso problema per il funzionamento della metro. I cristalli di sale creano infatti una patina che interrompe il circuito elettrico e dunque i Comune non può intervenire, come sarebbe normale e opportuno in caso di strade ghiacciate, con i mezzi spargi-sale lungo il percorso del tram. Un accorgimento che però non serve a risolvere il problema.  A fine novembre infatti il tram non è riuscito a fare una curva perché le sue ruote slittavano sulla strada ghiacciata. E' stato il caos: dietro al mezzo bloccato si è formato una coda di altri quattro tram. A bordo di uno di questi si trovava anche l’assessore alla viabilità Ivo Rossi. "Sono inconvenienti di poco conto" ha minimizzato.  Sarà una quisquilia, come sostiene l'assessore, fatto sta che nelle gelide notti d'inverno il tram deve girare tutta la notte insieme ad un trattore per scongelare il tragitto. 

 

Sempre a novembre il tram si è bloccato a causa del mal funzionamento del pantografo e della  batteria. "I passeggeri - racconta il Gazzettino - sono rimasti al freddo, fino a quando presi dallo sconforto hanno abbandonato il  tram. Un paio di tecnici, salendo sul tetto del metrobus, hanno provato ad alzare manualmente il pantografo nel vano tentativo di farlo toccare con i fili elettrici".  Il tram, come altre volte è accaduto, è stato trainato via da un caro, vecchio e affidabile trattore. 

Il tram inoltre continua deragliare.

L'ultima volta a dicembre durante un giro di prova nel nuovo tratto del quartiere Arcella. Ma è accaduto molte altre volte con conseguenti ed epici ingorghi del traffico cittadino. A causare i deragliamenti non sono eventi eccezionali, come l'assalto di una banda di briganti, o la caduta di un meteorite, ma anche banalissime foglie lungo viali alberati, pigne, sassi e  buste di plastica incastrate accidentalmente nella rotaia.  

Il rumoroso e pesante tram comincia infine a provocare con le sue vibrazioni danni al manto stradale. Preoccupanti crepe sono state rilevate su molti punti del tragitto e in particolare su un cavalcavia. "Un ponte - spiega l’architetto Fernando De Simone - deve per natura essere flessibile ed elastico, una prerogativa che fa a pugni con questo mezzo che per funzionare necessità di una stabilità assoluta.  Questo in futuro potrebbe creare situazioni di pericolo, anche crolli". Possibile che nessuno ci aveva pensato? Per ora il problema a Padova lo risolvono con robuste iniezioni di silicone, ma le incognite sulla stabilità dei palazzi e delle infrastrutture lungo il tragitto del tram rimangono tutte. E sono le stesse che hanno indotto la Soprintendenza a proibire il passaggio del tram sul primo tratto di Via Roma a L'Aquila.  Ci sono poi problemi di rumore e di campi elettromagnetici, come avevamo già segnalato ai nostri lettori.

 

La metro fa suonare le chitarre!

 

MA IL TRAM E’ OMOLOGATO? 

Ad un certo punto una domanda viene spontanea. Ma chi ha omologato questo mezzo? Un tram che  corre in mezzo alla città su una rotaia che sporge di un centimetro e che ha provocato centinaia di feriti, che si ferma se entrano in funzione i mezzi spargi sale, che deraglia a causa di foglie e pigne? Un tram che  Noi sapevamo che l'omologazione era stata rilasciata  in Svezia, valida in tutta la Comunità europea. Il Comitato Cittadini vittime del metrobus di Padova, ha voluto però approfondire la questione e ha  chiesto all'amministrazione comunale di fornire la documentazione in grado di certificare l'omologazione del mezzo della Translhor.  

"Come risposta -spiega il presidente del Comitato Gino De Pauli - abbiamo ricevuto: un verbale della commissione Sicurezza del marzo 2007; un nulla osta tecnico rilasciato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti lo stesso giorno del verbale della commissione, e un'autorizzazione all'apertura al pubblico esercizio rilasciata dalla direzione U.s.t.i.f. del Veneto e del Friuli Venezia Giulia….” 

Dell'omologazione insomma nessuna traccia.

E così il Comitato ha depositato un esposto alla Procura della Repubblica in cui viene chiesto di indagare e individuare le eventuali responsabilità correlate al fatto che "dal 24 marzo 2007, il mezzo circola sulle strade della città senza l'autorizzazione necessaria". 

Affermare insomma che il tram a Padova non ha creato problemi pare un po’ esagerato. La prossima volta andremo a vedere quello che  sta accadendo a Latina. E anche lì...

 

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Filippo Tronca

 


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