Per l'Abruzzo un applauso nel deserto

Un lungo applauso, a mezzogiorno in punto di eri a Piazza Duomo a L'Aquila. Un applauso di incoraggiamento voluto dalla Confcommercio per gli abruzzesi definiti "generosi, onesti ed operosi", per l'Abruzzo danneggiato e umiliato dagli eventi giudiziari che hanno travolto l'istituzione Regionale, e che ha dato di sè una pessima immagine in tutta Italia e anche nel mondo.
Slogan dell'iniziativa era "un grande applauso per l’Abruzzo. Facciamolo tutti!", Un applauso risuonato però in una piazza semi-deserta. Complice il solleone e le ferie, l'adesione dei cittadini e stata infatti un pò freddina, e alla fine a battere le mani c'erano solo una quarantina di persone, tra lo stato maggiore della Fonfcommercio e alcuni commercianti aquilani.
Ma l'iniziativa, è stato spiegato dagli organizzatori, va considerato come un punto di partenza, come un invito a rimboccarsi le maniche, a ricostruire prima ancora dell'immagine dell'Abruzzo, la sua sostanza di Regione sana, efficiente, governata da una classe dirigente all'altezza e animata da sincera vocazione per il bene comune. Motivo si soddisfazione sono stati però numerosi messaggi di solidarietà e sostegno arrivati un pò da tutto il mondo da parte di abruzzesi residenti all'estero, imprenditori che si sono fatti valere, elettori anche loro, a cui certo non ha fatto piacere vedere l'Abruzzo conquistarsi la ribalta dei tabloid e dei magazine, e non per le sue eccellenze produttive, turistiche, culturali e ambientali.
Tra i messaggi di adesione anche quelli del presidente del Senato, Renato Schifani, e dell'ex- ministro del governo Prodi Vannino Chiti.
E il presidente della Confcommercio Ezio Ardizzi, nel suo intervento, ha usato parole dure nei confronti di una politica giudicata costosa e inefficiente, tornando proporre un drastico taglio degli stipendi dei consiglieri regionali.Il malcontento del mondo produttivo, sottolinea poi Ardizzi, parte da lontano, non si riferisce solo alle recenti vicende giudiziarie: l'Abruzzo scivola da anni sul piano inclinato della crisi economica, la classe politica è rimasta a guardare e non è stata finora capace di contrastare con efficacia il trend, creando le condizioni favorevoli per lo sviluppo, gli investimenti, il risanamento economico.

FT