Perchè i nostri dipendenti non possono essere criticati?

Ieri il via ad Annozero

25 Settembre 2009   10:30  

Ieri vedendo "Annozero" ho percepito una stranissima atmosfera. Sembrava una specie di setta, da mantenere rigorosamente segreta, in cui si urla un disagio, del tutto legittimo, come la mancanza di libertà di informazione. C'è ancora chi sostiene non sia così, che sia tutta una fandonia montata ad arte da un gruppo non meglio precisato di giornalisti 'comunisti', 'farabutti' e  poco legati alla patria.
Eppure, giuro, la sensazione provata ieri nel vedere questa trasmissione è stata quella di un Paese non molto sereno sull'argomento. Sentire Filippo Facci, fino a poco tempo fa opinionista mangia-sinistra e berlusconiano fino al midollo, parlare di mancanza di spazi liberi per i giornalisti mi ha fatto impressione. Cosa ci sta succedendo? Perchè "Annozero" viene considerato un programma pericoloso? Perchè Marco Travaglio deve andare in onda senza contratto, quasi da clandestino? Chi la pensa diversamente da me è un tesoro non un nemico. Questo è l'insegnamento che ho sempre ricevuto. Non amo Belpietro, nè Feltri, nè Giordano, ma assolutamente non provo fastidio nel vederli in tv, a difendere le proprie opinioni.
Possibile che Masi, il nuovo direttore di Raidue, non riesca a far altro che innescare polemiche? Il talk-show politico di Santoro negli Usa non avrebbe tutti i problemi che ha qui, eppure anche ad Obama non credo faccia molto piacere essere criticato.
Dove sta scritto che un giornalista non possa criticare il presidente o un ministro del nostro Governo, che è dipendente e non padrone dello Stato? Siamo stati noi, nel bene o nel male, a metterli lì e non possiamo neanche prenderci la briga di dissentire?
Questa è l'Italia di oggi, un Paese definito dalla House of Freedom (quella vera) come semi-libero. Ma forse dovrebbero riaggiornare i dati, perchè abbiamo davvero toccato il fondo. Sono preoccupato.



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