Perchè si è preferito il grande appalto alla ricostruzione?

Mia casa Abruzzo

11 Febbraio 2010   14:34  

Perchè a L'Aquila si è preferito il grande appalto alla ricostruzione vera

Scrive in una nota il Movimento Inquilini Assegnatari, Mia Casa d'Abruzzo, in merito alle recenti vicende giudiziarie, e alla ricostruzione.

'' LA “RICOSTRUZIONE” DELL'AQUILA NON E' PARTITA PERCHE' SIN DALL'INIZIO LA VOLONTA' POLITICA ERA QUELLA DI PERCORRERE LA VIA DEI “GRANDI APPALTI” E SUB-APPALTI PER “COSTRUIRE NUOVE CASE” E NON QUELLA DI “RICOSTRUIRE” SUBITO CIO' CHE NEL CENTRO STORICO E NEI QUARTIERI RESIDENZIALI ERA STATO DISTRUTTO DAL TERREMOTO.

Purtroppo le nostre Istituzioni regionali, provinciali e comunali hanno “condiviso e sostenuto” una scelta così scellerata, fuggendo “anche” di fronte alle difficoltà della ricostruzione e della riparazione sia degli edifici pubblici “strategici” e sia degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica di proprietà dell'ATER e del Comune dell'Aquila, mettendo in campo una serie di “atti mancati”, abdicando di fatto alle proprie responsabilità politiche e amministrative e, fatto ancora più grave, rinunciando ai propri doveri di “indirizzo e di controllo”.

Il Mia Casa d'Abruzzo ha “osservato” e constatato tutto ciò sin dall'inizio, perfino nel settore della Edilizia Residenziale Pubblica, a cominciare dalla “fuga” delle strutture di supporto, dalla assenza sul campo degli enti strumentali della Regione e dei “soggetti attuatori”, e lo ha “quotidianamente” denunciato agli organi competenti e alla opinione pubblica: ma ciò nonostante, nemmeno la “ricostruzione leggera” è stata fatta partire, mentre per quella “pesante” le cose si sono ulteriormente complicate.

E a tale proposito, alcune domande vanno assolutamente rilanciate: perchè non è partita la ricostruzione della edilizia residenziale pubblica gestita e amministrata dall'ATER e dal Comune dell'Aquila?

Perchè 2.176 alloggi A dichiarati agibili, 624 alloggi B dichiarati temporaneamente inagibili, ma resi agibili con provvedimento di pronto interevento e 156 alloggi C dichiarati parzialmente inagibili, dopo dieci mesi dal terremoto non sono stati ancora riparati e consolidati e resituiti alle famiglie assegnatarie?

E perchè per la ricostruzione degli 852 alloggi E dichiarati totalmente inagibili non è stato ancora approntato l'apposito piano previsto dalla Ordinanza del 15 agosto dell'anno scorso?

E perchè la Regione e la Protezione Civile non provvedono a “mettere in sicurezza” tutte quelle abitazioni realizzate in zone ad alto rischio simico sia dentro che fuori dal “cratere”?

Spetta adesso alla Magistratura abruzzese accertare, così come stà facendo quella fiorentina rispetto ai lavori per il G8 della Maddalena in Sardegna, se ciò che è successo in Abruzzo possa avere un qualche cosa a che fare con quanto è emerso nella inchiesta in corso a Firenze, ed in particolare con alcune “intercettazioni telefoniche” attinenti al terremoto del 6 aprile e agli appalti per la ricostruzione, l'addove, come riferisce il quotidiano “la Repubblica” di oggi:

<<L'11 aprile 2009, a pochi giorni dal sisma che ha devastato L'Aquila, Balducci, in una lunga conversazione con Anemone fa pesare il fatto che si è fatto promotore per l'inserimento delle imprese di Anemone nei lavori post terremoto (“Ti rendi conto? Chi oggi al posto mio si sarebbe mosso?”) ed esce allo scoperto pretendendo in cambio che il figlio Filippo goda di qualche ulteriore beneficio. Filippo troverà una sistemazione. D'altro canto, già il 6 aprile, in una conversazione tra gli imprenditori Francesco Maria De Vito Piscicelli, direttore tecnico dell'impresa Opere pubbliche e ambiente S.p.a. di Roma, associata al consorzio Novus di Napoli e il cognato Gagliardi, si capisce che c'è attesa per le mosse di Balducci sugli appalti: “Alla Ferratella occupati di sta roba del terremoto perchè qui bisogna partire in quarta subito, non è che c'è un terremoto al giorno”. “”Lo so”, e ride. “Per carità, poveracci”. “Va buò”. “Io stamattina ridevo alle tre e mezzo dentro al letto”


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