Perdonanza, dal 2015 sarà patrimonio dell'Unesco. Premiata l'unicità dell'evento

La Commissione Italiana ha detto sì, ora tocca a quella mondiale

23 Agosto 2013   17:38  

Sarà ufficializzato nel 2015 il riconoscimento della Perdonanza come "patrimonio immateriale dell'Unesco".

Lo ha assicurato il presidente della Commissione italiana Unesco, Giovanni Puglisi. "Il riconoscimento - ha detto Puglisi - rappresenta anche un risarcimento internazionale ad una città martoriata dal destino ma fortunata per la sua storia. È il risarcimento della Comunità internazionale dopo le promesse vane dei grandi della Terra che passando di qui promisero mari e monti. La commissione italiana ha deciso di posporre la candidatura nel 2015 per dare modo nel 2014 di celebrare il riconoscimento della coltivazione dell'alberello di vite di Pantelleria". 

COSA E' UN PATRIMONIO IMMATERIALE DELL'UNESCO

La prima selezione di patrimoni, denominata "capolavori del patrimonio orale e immateriale dell'umanità", venne fatta nel 2001 e comprendeva 19 voci, cui se ne sono aggiunte altre 28 nel 2003. Un ulteriore elenco è stato reso pubblico il 25 novembre 2005.

La 32° conferenza generale dell'UNESCO tenutasi a Parigi dal 29 settembre al 17 ottobre 2003 ha stabilito una Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale che definisce il concetto in maniera più rigorosa.

L'art.2 della Convenzione definisce così i patrimoni culturali immateriali: "le prassi, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, il know-how – come pure gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati agli stessi – che le comunità, i gruppi e in alcuni casi gli individui riconoscono in quanto parte del loro patrimonio culturale. Questo patrimonio culturale immateriale, trasmesso di generazione in generazione, è costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi in risposta al loro ambiente, alla loro interazione con la natura e alla loro storia e dà loro un senso d’identità e di continuità, promuovendo in tal modo il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana"

Si precisa inoltre come tali prassi devono essere compatibili con i diritti umani, il rispetto reciproco tra le persone e lo sviluppo sostenibile.

Viene presentata inoltre una casistica, tipica ma non esaustiva, dei possibili patrimoni:

  • tradizioni ed espressioni orali, ivi compreso il linguaggio, in quanto veicolo del patrimonio culturale immateriale
  • arti dello spettacolo
  • consuetudini sociali, eventi rituali e festivi
  • cognizioni e prassi relative alla natura e all'universo
  • artigianato tradizionale

A convincere la commissione italiana, anche grazie ad un nutrito gruppo di intellettuali che ha costruito il dossier spedito a Parigi e la benedizione del Governo Italiano presente ieri in occasione dell'annuncio ufficiale con il segretario generale Mibac, Antonia Pasqua Recchia, sono stati tre elementi: l'unicità legata alla Bolla di Celestino V, la consapevolezza del suo valore religioso, e il valore identitario. 

Il passaggio che manca ancora è quello della commissione mondiale, quella italiana ha dato la sua benedizione, ora la commissione mondiale Unesco deve dare il via libera definitivo.

Il riconoscimento, una volta ottenuto, non è affatto definitivo, può anche essere revocato dall'Unesco, di qui la richiesta di Puglisi al sindaco Massimo Cialente di solide basi e di continuare a valorizzare la manifestazione.

L'arcivescovo Giuseppe Petrocchi e il sindaco Massimo Cialente hanno lasciato intravedere nuovi orizzonti per la città dell'Aquila partendo dall'Unesco. "Ciò che è spirituale - ha spiegato l'arcivescovo - ha una valenza anche civile. Avverto da aquilano una nuova responsabilità: L'Aquila deve diventare una scuola di Pace". 


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