Pescara. Piccole imprese crescono in barba alla crisi

Ma pesca e agricoltura rimangono critiche...

27 Gennaio 2009   10:45  
"La crisi c’è, ma per fortuna c’è ancora gente che continua a intraprendere, a scommettere, a mettersi in gioco". Ad affermarlo il presidente di Confcommercio Abruzzo, Ezio Ardizi, che descrive fiducioso -ma non privo di riserve- la situazione della media e piccola imprenditoria pescarese, ancora in crescita nonostante le gravi condizioni socioeconomiche subite dalla Regione negli ultimi anni, e in special modo nello scorso autunno. Saranno infatti i dati relativi all'ultimo trimestre del 2008 a far luce sul trend effettivo dell'economia abruzzese, informazioni che verranno come ogni anno diffuse e discusse dalla Camera di Commercio in primavera.

Al momento tuttavia le notizie sembrano essere prevalentemente positive: nella provincia di Pescara il numero delle imprese è infatti cresciuto di quasi 600 unità nel corso del 2008. Nel terzo trimestre 2007 le aziende attive sono state circa 30.421, dato che nello stesso periodo del 2008 è salito a quota 31.002: La tendenza si allinea dunque a quella nazionale, evidenziando un tessuto imprenditoriale ancora capace di reagire e di innovare. Dalle tabelle mostrate dalla Camera di Commercio sembra emergere in effetti uno scenario di fiducia e relativo ottimismo riguardo alla scelta di "intraprendere" e di investire in una qualche attività, un quadro costituito tuttavia anche dalla prudenza e dalla cautela che il mercato odierno impone: mentre nell'ultimo anno il numero delle imprese registrate è aumentato, seppur timidamente, da 35.396 a 35.464, le nuove iscrizioni sono diminuite passando dalle 541 rilevate nel 2007 alle 489 del 2008. Rimane invece attivo il saldo tra attività aperte e cessazioni: 373 le imprese chiuse nel 2007, 331 quelle cessate lo scorso anno.

A testimoniare almeno in parte la difficoltà vissuta dagli imprenditori nel mandare avanti l'azienda, e mantenere personale e mezzi in questi tempi di crisi è il numero di fallimenti registrati nel 2008: 42 contro i 36 del 2007.  Non sempre chi apre un'impresa è consapevole di quanto lo aspetta. A volte avviare un'attività commerciale è l'ultima spiaggia di chi le ha provate tutte. "È certamente un segnale positivo che siano più le imprese che aprono anziché quelle che chiudono" afferma in proposito Ardizi "ma va anche detto che il lavoro scarseggia e che a volte chi apre una nuova attività è un giovane che non è riuscito a trovare un’occupazione e quindi, magari aiutato dai genitori, avvia un bar, una trattoria o un negozietto nel segno della speranza, purtroppo spesso improvvisandosi, e questo non porta bene perché mette a rischio capitali risparmiati nel corso di una vita".

Ad ogni modo piccole imprese crescono in tutti i settori, compresi quelli da sempre trainanti l'economia locale. Nel commercio le nuove iscrizioni sono state 130 a fronte di 111 cessazioni, mentre le imprese sono arrivate a quota 9.854 dalle 9.711 del 2007. Nell'ambito edilizio (48 cessazioni e 72 iscrizioni) le aziende attive hanno mostrato un aumento ancora più significativo, passando dalle 4.116 del 2007 alle 4.314 rilevate nello scorso anno.  

Un resoconto dunque in prevalenza positivo quello delineato dalla Camera del Commercio. A palesare scarsa salute sono invece gli ambiti più tradizionali della pesca e dell'agricoltura, nei quali si assiste ad un progressivo e apparentemente inesorabile ridimensionamento delle imprese: ridotto di un centinaio di attività, dismesse nel solo arco del 2008, il settore agricolo conta ad oggi meno di 5000 unità.  Scese ad appena 73 quelle relative al settore ittico. Un dato preoccupante per una città che affonda le proprie radici nella pesca quale è il Capoluogo adriatico. "Nelle Marche e in Puglia c'è ripresa" commenta Ardizi, evidenziando l'urgenza di intervenire a sostegno del settore il prima possibile, invertendo un trend che rischia di annichilire una parte importante dell'economia pescarese.


 

Giovanna Di Carlo

 

 


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