La "controprogrammazione", nata negli anni '80 sotto la guida di un giovane e ambizioso Silvio Berlusconi per sfidare il monopolio Rai, sembra aver fatto un ritorno discutibile in Abruzzo. La decisione di trasmettere in differita su Rai 2 "La Notte dei Serpenti 2024" il 23 agosto, in concomitanza con l'inizio della 730ma Perdonanza Celestiniana, ha scatenato una bufera di polemiche, e non senza motivo.
Questa scelta, a dir poco scellerata, mette due eventi di punta della regione l’uno contro l’altro, costringendo gli abruzzesi e i turisti a una decisione assurda: partecipare in prima persona alla storica Perdonanza dell’Aquila o restare a casa a guardare in TV uno show già registrato. E tutto questo in un periodo in cui ogni centesimo investito nella promozione culturale dovrebbe essere mirato a valorizzare, non a frammentare, il patrimonio regionale.
Non è un caso che sul web siano esplose le lamentele, con molti che accusano gli organizzatori e la Regione di aver clamorosamente sottovalutato l'importanza della Perdonanza, evento simbolo della cultura e della religiosità abruzzese. "Ma come si fa?" è il grido di indignazione che rimbalza sui social, dove gli utenti non risparmiano critiche a chi ha permesso questa sovrapposizione. E mentre il presidente della Regione, Marco Marsilio, e il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, restano silenziosi, in tanti si chiedono se questa sia stata davvero una svista o, peggio ancora, una mossa deliberata per frammentare l'audience e dividere il pubblico.
La coincidenza appare tanto più inspiegabile se si considera che sarebbe bastata un po’ di attenzione per evitare il pasticcio. Trasmettere "La Notte dei Serpenti" il 21 o il 22 agosto? Troppo difficile, evidentemente, per chi ha deciso di mettere in concorrenza due manifestazioni di rilievo regionale, entrambe pesantemente sostenute da fondi pubblici e sponsor.
A chi giova questa scelta? Forse solo a chi, per calcolo politico o per pura negligenza, ha deciso di sacrificare l’evento più rappresentativo del capoluogo regionale sull'altare di una televisione che sembra voler fagocitare tutto, Perdonanza compresa. La sensazione, come diceva Andreotti, è che a pensar male spesso ci si azzecchi, e questa volta l’ombra del sospetto è difficile da dissipare.
Invece di valorizzare la Perdonanza, si è preferito relegarla a un ruolo di secondo piano, oscurata da un evento che, nonostante tutto, ha rubato la scena grazie a una programmazione miope e insensata. Un colpo basso che ha messo a nudo una gestione degli eventi culturali che sembra navigare a vista, con scelte che rischiano di danneggiare irrimediabilmente l'immagine e la coesione del territorio abruzzese.