Pescara, l'odissea di una futura mamma tra file al Cup, parcheggi inesistenti e scarsa igiene

29 Giugno 2011   09:55  

Antonella Ottaviani, una neomamma di Spoltore, racconta al taccuino di Ylenia Gifuni de Il Centro la sua difficile trafila nelle strutture ospedaliere di Pescara, dal primo esame successivo alla gestazione del bambino fino agli ultimi test prima della nascita.

Nove mesi tra code agli sportelli, corsie preferenziali inesistenti e assenza di aree di sosta dedicate alle donne in stato di gravidanza. 

I disservizi iniziano dal parcheggio, visto che non ci sono aree rosa come in altre strutture ospedaliere, per proseguire all’interno. "Agli sportelli di prenotazione e cassa - continua Antonella - non esistono corsie preferenziali. Di fronte a una coda lunghissima mi sono limitata a fare l’unica cosa possibile: mettermi in fila come tutti gli altri utenti. Per gli esami ematochimici o di liquidi biologici si arriva ad attendere anche un mese di prenotazione più il tempo per il ritiro dei risultati, quando si potrebbe riservare un certo numero di posti quotidiani ai disabili, alle donne incinte, ai bambini e agli ultraottantenni. I servizi che si occupano della gestante sono sforniti sia dei posti a sedere, sia delle poltrone per tenere in osservazione le donne che hanno eseguito l’amniocentesi o che hanno necessità di monitoraggio".

La donna - che ha inviato una lettera al direttore generale della Asl Claudio D’Amario, al direttore sanitario Fernando Guarino, alla responsabile dell’Urp e del Cup Maria Assunta Ceccagnoli, al direttore sanitario Valterio Fortunato al responsabile del laboratorio di analisi Evandro Ricci e al responsabile di Ginecologia - lamenta anche "gravi violazioni sulla privacy e sulle norme igieniche. I prelievi vegono eseguiti di fronte agli altri utenti, così vicini che si può vedere il tipo di test. L’igiene scarseggia: il lenzuolo dove poggiare il braccio non viene cambiato e resta lo stesso per tutti i pazienti".


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