Pescara: mancato dragaggio, Camera di commercio stima danni per 63 milioni di euro

22 Dicembre 2011   12:12  

Il mancato dragaggio del porto di Pescara, bloccato dalla magistratura perche' il materiale da scavare sarebbe contaminato da pesticidi, ha provocato nel tempo danni pari a 38,5 milioni di euro al settore della balneazione, 10 al settore della pesca e 15 alle attivita' del traffico marittimo commerciale e turistico. La denuncia e' arrivata oggi dal presidente della Camera di Commercio Daniele Becci che ha tenuto una conferenza stampa alla presenza del commissario del dragaggio Guerino Testa.

Becci ha parlato di "disastro economico" e ha fatto notare che si confidava nel dragaggio. "Eravamo certi che si fosse trovata una soluzione e ora aspettiamo delle risposte" sia per quanto riguarda il porto di Pescara sia per il porto turistico.

Il presidente della Camera di commercio ha anche contestato le dichiarazioni rilasciate ieri da alcuni ambientalisti sui lavori in corso sulle sponde del fiume Pescara. "Siamo esterrefatti - ha detto - da tanta superficialita' che crea un danno incredibile". Nessuna polemica da parte di Becci nei confronti della magistratura ma ha chiarito che "non puo' proseguire questo stato di stallo".

"La situazione del porto e' compromessa - ha aggiunto Becci - e le associazioni di categoria sono molto preoccupate" per i danni causati dal mancato dragaggio, in cui va ricompresa anche la chiusura di una azienda spedizioniera.

"Si deve venire assolutamente fuori da questa situazione" - ha aggiunto Becci chiedendosi "se e' necessario aspettare un altro anno che finiscano le indagini". Quello che sta accadendo "e' una tragedia ridicola perche' non si riesce a venirne fuori e ci aspettiamo delle risposte dalle istituzioni. I nostri parlamentari sono vivamente pregati di interessarsi dell'argomento" - ha detto sempre Becci facendo notare che "Testa e' stato lasciato da solo". "E' necessaria - ha concluso - una profonda riflessione perche' qualcuno il conto lo dovra' pagare" e serve "maggior senso di responsabilita' da parte di tutti".

E' apparso esasperato Francesco Scordella, un armatore, il quale ha fatto notare che tutti parlano di sicurezza sul lavoro, a partire dal presidente della Repubblica e noi rischiamo tutti i giorni, in queste condizioni. Voglio sapere chi si prendera' la responsabilita' se dovesse accadere qualcosa. Anche gli ambientalisti ci devono dire che pesci si devono prendere. Noi sappiamo solo che la pesca si fermera' e ci andranno di mezzo 600 famiglie".

Bruno Santori, presidente di Confesercenti, ha annunciato di aspettarsi "una presa di posizione dei nostri rappresentanti, a tutti i livelli. Serve un forte impegno del governo centrale ma anche una forte azione di pressione".


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