Pescocostanzo, cenni storici e turistici

05 Luglio 2012   12:07  

Pescocostanzo a 1400 m. s.l.m. giace sul declivio del monte Calvario alle falde della Maiella e i primi contrafforti che circondano il Parco Nazionale d’Abruzzo. Abitato già in epoca lontana, sorgeva originariamente su uno sperone roccioso. Menzionata nelle porte di bronzo della basilica di Montecassino, ha una storia ricca oltre all’incantevole posizione naturale a ridosso del piano delle Cinquemiglia.
Nel 1456 fu completamente distrutto da un terremoto e nel 1464 avocato al regio demanio da Ferdinando I d’Aragona; nel 1507 concesso in feudo a Fabrizio Colonna; nel 1647 subì gravi devastazioni ad opera dei briganti e nel 1656 fu colpito dalla peste; nel 1774 il borgo si riscattò dal dominio feudale dei Testa. Fiorente è l’artigianato locale come la filigrana in oro e argento, il merletto a tombolo, il ferro battuto, intagli in legno e lavorazione della pietra.
Pescocostanzo è ricco di storia e architettura che va dal Quattrocento fino al Seicento. Possiede innumerevoli opere d’arte, ma quella per eccellenza è la basilica di S. Maria del Colle, esistente sin dal sec. XIV.
Camminando nel centro si possono vedere molte altre opere d’arte, come chiese, palazzi, edifici, fontane, opere pubbliche, che sono dei veri e propri gioielli di architettura; i cosiddetti “vignale” cioè pianerottoli addossati a case mentre le porte e le finestre sono incorniciate da pietra finemente lavorata.
Provenendo dalla Stazione Ferroviaria e inoltrandoci per viale Fanzago troviamo il convento e la chiesa di Gesù e Maria, fondata nel 1611 dai francescani, con all ’interno altari barocchi fra cui spicca quello maggiore in marmo policromo madreperlato, disegnato dall’architetto Cosimo Fanzago (1591- 1678).
Da vedere è il chiostro con portici a pilastri in pietra, opera dello stesso Fanzago. In via Ottavio Colecchi è il Palazzo Sabatini dei secoli XVI -XVIII con pregevoli portali in pietra e altri lavori sulla facciata.
Poco oltre, sulla destra, è da visitare la casa natale di Ottavio Colecchi, filosofo e matematico. Si raggiunge uno slargo con una scalinata barocca dove si apre il portale della chiesetta della Confraternita dei Morti, del cinquecento, con un bel portale a colonne e all’interno un altare in noce scolpito e alcune tele, poco più avanti, dopo la bottega dove ne fu lavorato il cancello con la scritta “ETENIM NON POTUERUNT MIHI”, ammiriamo la basilica di Santa Maria del Colle, esistente sin dal sec. XI ma rimaneggiata nel 1466 e ampliata nel 1558.
La chiesa è a cinque navate, coperta da soffitti di legno a cassettoni, ricchissimi di intagli, pitture e dorature in oro zecchino, opera dell’architetto Carlo Sabatini. In fondo troviamo l’organo con palcodel 1619. Entrando dal portone laterale del sec. XV (tardo romanico), troviamo due acquasantiere sostenute da due aquile in bronzo; a sinistra è un battistero del ‘700 in marmo finemente lavorato. Nella navata centrale spicca un bellissimo ambone in legno del ‘500. Dalla navata centrale si accede alla cappella del Sacramento, chiusa da un cancello in ferro battuto, dall’aspetto fortemente drammatico, opera dall ’artista locale Sante di Rocco; nella cappella possiamo ammirare un pregevole affresco. Dietro l’altare maggiore l’arco trionfale in pietra, il grande coro ligneo, la sacrestia, da cui si accede al tesoro contenente preziosi calici che vanno dal Trecento fino al Settecento, oltre a cimeli e paramenti sacri.
Nella chiesa si possono ammirare molti altari in pietra, marmo, legno dei sec. XV- XVIII, ricchi di sculture e finemente intarsiati.
Scendendo nel “Largo” troviamo il Palazzo Coccopalmeri (ora Rozzi) del sec. XVII con bel portale, balconi e finestre in pietra; poco distante “la pietra del vituperio”, un grosso marmo cilindrico adibito alla umiliazione dei debitori insolventi. Proseguendo, sulla sinistra, troviamo la casa di Tarquino Vulpes, poeta locale, con un bel portale in pietra, e in fondo alla strada il palazzo già Colecchi (ora Trozzi), del ‘500 sulla cui destra è l’ex Monastero di S. Scolastica costruito nel 1624 e provvisto di sei grandi nicchie barocche in pietra.
Attigua è la chiesa di S. Nicola, la più antica del paese risalente al XII sec., con facciata del XVIII sec. Salendo una breve scalinata possiamo ammirare il castello e la chiesa di S. Antonio abate del sec. XIV, ubicata dove sorgeva l’antico nucleo di Pescocostanzo, da cui si ha una visione panoramica del famoso bosco di S. Antonio.
La chiesetta ha una facciata semplice con a fianco l’originaria torre campanaria del sec. XIII.
Scendendo la scalinata, a destra troviamo l’antica Casa Schieda con un bel portale quattrocentesco.
Tornando in Piazza del Municipio è il Palazzo Municipale con la torre e l’orologio del settecento, il palazzo del governatore con stemma cinquecentesco dei re di Spagna e una fontana circolare con una statuetta sopra la tazza superiore.
Si percorre il Corso Roma dove si aprono numerose strade con ricchi palazzi e case di civile abitazione. In via Vallone Tommaso D’Amato scorgiamo la Casa D’Amata del XVI secolo alla cui sinistra è il palazzo Grilli ora De Capite, con bei portali del 1750, oggi sede di un ostello della gioventù e a sinistra un “macello” cinquecentesco. Sulla destra S. Maria delle Grazie del sec. XV-XVI. Tornando sul corso e proseguendo sulla destra troviamo il Palazzo Mansi del ‘500, con due piani di finestre e un bel portale, e poco lontano una serie di tipiche case pescolane. Inoltrandoci per via San Francesco notiamo la facciata dell’ex chiesa di S. Francesco del sec. XVII e vicino il Palazzo Grillo sulla cui sinistra è il Palazzo De Capite. Proseguendo e deviando sulla sinistra ammiriamo la chiesetta di S. Giovanni, oggi sede del Museo delle origini, con un bel portale del 1532 e la volta a crociera. In “Largo della Fontana” è la Fontana maggiore, di gusto rinascimentale e, sopra una scalinata il Palazzo Colecchi di arte barocca; in via Colleiaduni è il palazzo Cocco, in stile barocco; in via Ricciardelli il palazzo omonimo, del sec. XVI, con mobili barocchi all’interno e un bel portale. Voltando a sinistra si giunge in via della Fontana sulla cui sinistra prospetta il Palazzo Pitasso, ora Trozzi, del sec. XIX, e vicino la chiesa di S. Maria del Carmine (1645 ) con belle opere in pietra. Retrocedendo in via della Fontana il Palazzetto Mosca, antica sede di una scuola di filosofia e teologia. Prima di tornare ai piedi della Basilica possiamo ammirare la casa di Gianfilippo Rainaldi avente un bel portale, con balconi e finestre del miglior periodo barocco.
A circa 7 Km. dal paese è da visitare l’Eremo di Sant’Antonio da Padova. Pescocostanzo è anche centro di villeggiatura estivo ed invernale, attrezzato per la pratica degli sport invernali con impianti di risalita, piste per lo sci di fondo che si inoltrano, in uno scenario suggestivo, nel bosco di S. Antonio, una delle più vecchie faggete d’Italia, oggi riserva naturale.


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