Petizione al Papa per far luce su Emanuela Orlandi, qui le modalità per partecipare

Ci sono storie che accadono e squarciano la realtà. Alcune hanno un tragico finale, ineludibile, definitivo: la morte. Altre restano come una ferita sanguinante mai destinata a cicatrizzarsi, una ferita che al solo sfiorarla fa sempre più male. E' la storia degli scomparsi.

le forze dell'ordine si occupano di tutti, molti scomparsi si perdono per sempre come risucchiati da un loro disagio umano, altri invece pur persi restano lì a chiedere giustizia, a chiedere che si faccia luce sulla propria incredibile storia che nulla ha a che vedere con disagi umani ma tutto sembra condurla a illegalità, violenza, criminalità.

Una di queste terribili storie nota ai più, è quella di Emanuela Orlandi, la ragazzina cittadina dello Stato del Vaticano scomparsa il 22 giugno 1983 nel centro di Roma e mai più ritrovata, dietro la cui scomparsa si celano segreti inconfessabili e inconfessati.

Ora dopo quasi 30 anni di silenzi, di indagini avviate e mai concluse, di intercettazioni telefoniche insabbiate, rogatorie allo Stato Vaticano lasciate cadere in silenzio, è Pietro Orlandi, il fratello maggiore di Emanuela a compiere un gesto nuovo nel quale chiede la collaborazione della società civile. 

Una petizione dal basso, per chiedere al Vaticano, al Papa in persona, di fare luce su troppe verità nascoste. 

"In Vaticano -spiega Piero Orlandi ad Articolo21- non hanno mai voluto collaborare, nonostante ritengo sia un loro dovere morale capire cosa sia successo a una loro connazionale. Adesso - aggiunge Pietro Orlandi ad Articolo21- se a chiedere trasparenza non sono più da solo ma assieme a decine di migliaia di persone, confido che questo muro di omertà possa iniziare a sgretolarsi”.

L’appello del fratello di Emanuela è anche a “una corretta e coraggiosa informazione”, che non si trinceri dietro i segreti (pontifici o istruttori) che hanno segnato l’indagine infinita sulla scomparsa di Emanuela, figlia del commesso pontificio.

Pietro Orlandi torna a sperare con la petizione: “Tanti dei personaggi coinvolti, a partire dal boss della Magliana De Pedis e da monsignor Marcinkus, sono morti – spiega ancora ad Articolo21 – ma sicuramente tra Italia e Stato Vaticano ce ne sono qualche decina, magari molto anziani, che sanno cosa è successo o conoscono passaggi fondamentali della vicenda. La mia speranza, ecco, è che si mettano la mano sulla coscienza e parlino. Per mia sorella e per la mia famiglia, ma anche per ridare una prospettiva di verità e giustizia al nostro Paese”.

(Barbara Bologna)

QUESTO IL TESTO DELLA PETIZIONE.