Pettorano sul Gizio: la bellezza dei vicoli davanti un panorama stupendo

27 Febbraio 2012   11:47  

Sembra una cartolina: baciato dal sole Pettorano sul Gizio, borgo fortificato sul Colle della Guardiola, si affaccia sul fiume Gizio.

Il nome del borgo dovrebbe derivare da pectorale, per la forma a petto di corazza assunta dall'abitato.

Da ogni angolo del borgo una panorama superbo si offre a chi lo vuol scorgere. Questo luogo è uno di quelli che avevano già affascinato Ovidio negli Amores, e basta osservare il versante del borgo lungo il percorso delle antiche mura, là dove è incastonata una casa-torre, perché si respiri immediatamente il senso di Medioevo.

Le origini del borgo risalgono al IV sec. a. C. e lo scrittore latino Plinio lo ricorda con il nome di "Pagus Fabianus". Nel medioevo ebbe notevole sviluppo sotto il dominio della famiglia ducale dei Cantelmo.

A Pettorano il senso di smarrimento per i suoi vicoli è forte. Il nucleo abitato, dominato dal maestoso castello Cantelmi (XIV-XV secc.) con l'imponente torre pentagonale, conserva intatte diverse porte di accesso ed è ricco di numerosi monumenti e palazzi tra i quali spiccano il Palazzo Ducale (XVI-XVII sec.), nel cui atrio (oggi piazza Zannelli) è posta la stupenda fontana cinquecentesca; la bella chiesa di S. Dionisoe la magnifica fontana monumentale in piazza Umberto I.

Pettorano evoca un passato di vitalità ma all'interno il paese soffre di uno spopolamento consistente. E' un borgo che lascia smarriti, un luogo che la montagna avvolge come per imprigionarlo in un incantesimo, un paese che non si può dimenticare.

La sua struttura urbana ha assunto la forma odierna nel tardo medioevo, quando fu costruita la cinta muraria con le sei porte, cinque delle quali sono ancora visibili: Porta S. Nicola (sopra l'arco un affresco seicentesco raffigura S. Margherita che sorregge il paese con la mano sinistra), Porta Cencia, Porta S. Marco, Porta del Mulino (da cui si accede al parco di archeologia industriale costituito dai resti dei mulini fatti costruire dai Cantelmo lungo il fiume Gizio) e Porta S. Margherita.

Il nucleo del sistema difensivo, attorno al quale fu poi eretta la cinta muraria con le sei porte d'accesso e le due torri circolari superstiti, era la torre a puntone su base pentagonale che ancora oggi svetta su Pettorano.

A Pettorano si cammina lungo innumerevoli “rue” le stradine che scendono verso le mura snodandosi tra scalette, cortili, antichi edifici dai muri spesso scrostati e fatiscenti. Il visitatore scorge antichi portali barocchi, gli stemmi dei Cantelmo, iscrizioni sulle facciate la pietra delle antiche case, il percorso delle mura e la montagna che avvolge il borgo come per imprigionarlo in un incantesimo.

Il terremoto del 1706 obbligò a nuove ricostruzioni, come quella della Chiesa Madre, riaperta al culto nel 1728. Tra gli edifici religiosi, meritano una visita la piccola Chiesa extramuraria di S. Nicola, già esistente nel 1112, e la Chiesa della Madonna della Libera, da cui si dipartono le "rue" che conducono alla vallata del fiume Gizio attraverso interessanti stratificazioni architettoniche, mentre le altre chiese di S. Rocco, S. Giovanni e S. Antonio conservano poco della struttura originaria.

Il fascino di Pettorano è anche nella sua tradizione, della produzione della polenta rognosa, cotta nel paiolo di rame e tagliata a fette con un filo. Ogni anno a gennaio la sagra per degustarla.

Info: Comune Piazza Zannelli,1 67034 Pettorano sul Gizio (AQ) Tel. 0864.48115 Fax 0864.487965 sindaco@comune.pettorano.aq.it  http://www.comune.pettorano.aq.it


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