Le scorie del tragico sisma del 6 aprile 2009 continuano a farsi sentire anche a più di sei anni di distanza: più passa il tempo, infatti, più sembra farsi problematica la situazione degli alloggi del Piano Case di Sassa.
Parole e testimonianze dei residenti di via Scimia, ormai rimasti solo in tre, che fanno sempre maggiore fatica a vivere date le condizioni degli stabili. Una di loro, nei giorni scorsi, si improvvisamente è vista cadere nel giardinetto una finestra e un lucernario, per fortuna senza riportare alcun danno.
Inconvenienti che vanno ad aggiungersi ai balconi sigillati, e di certo non contribuiscono alla corretta vivibilità degli alloggi in cui questi ultimi residenti sono tuttora costretti a vivere in consizioni spesso già al limite della precarietà.
Come se ciò non bastasse, traspare uan certa confusione anche in merito a chi ha il dovere di occuparsi degli imprevisti e di porvi rimedio, che ha inevitabilmente condotto ad un rimpallo di responsabilità.
"Dopo l'accaduto, ho cercato di chiamare Manutencoop" - ha detto la donna - "poi il Comune, che mi ha detto di Chiamare Manutencoop. Poi ho chiamato i Vigili del fuoco, che mi hanno consigliato di chiamare i vigili urbani, che mi hanno detto di chiamare un avvocato. Allora ho chiamato i carabinieri di Sassa, che sono venuti a fare le foto, poi ho ottenuto appuntamento in Comune".