Piano casa, come si comporterà la Regione Abruzzo?

25 Marzo 2009   09:36  

“La prima reazione allo schema di decreto legge in materia edilizia è di incredulità. Con questo provvedimento il governo Berlusconi accentua, se possibile, la sua vocazione demagogica, con conseguenze gravissime e irreversibili per il sistema ambientale e urbanistico del nostro Paese, nonché per l’equilibrio complessivo delle sue risorse". È quanto afferma Walter Caporale dei Verdi, chiedendo alla Regione Abruzzo, tramite un'interpellanza, di conoscere gli intendimenti della Giunta sul Decreto legge predisposto dal Governo in materia di edilizia.
"Infatti, - prosegue - con il previsto aumento generalizzato delle volumetrie, senza regole e controlli, è come se due città e mezzo come Roma venissero costruite ex – novo. Ciò comporterebbe un aumento vertiginoso degli indici, già elevati nel nostro Paese, del consumo del suolo. Gli effetti ambientali sul territorio e sulle risorse naturali sarebbero catastrofici: il consumo di cemento aumenterà sino a raggiungere il picco di 220 milioni di tonnellate per soddisfare ad esaurimento la domanda relativa solo all’ampliamento del 20% - ricordo che l’Italia è già al primo posto in Europa nella produzione di cemento con 47 milioni di tonnellate annue. Ciò comporterà necessariamente un aumento del consumo di acqua, di sabbia e di ghiaia e dunque una ulteriore richiesta di aperture di cave e prelievi di sabbia dai fiumi, e questo in un Paese in cui le cave ne hanno già profondamente ferito il territorio. Così, il Governo Berlusconi alla ricerca di un sempre più largo e crasso consenso (per questo fine non esita ad adulare persino il più sfrenato individualismo abusivista), contrabbanda il provvedimento come capace di rilanciare l’economia attraverso la ripresa delle attività edili, quando gli stessi effetti e nello stesso settore potrebbero realmente essere raggiunti ristrutturando e ‘riciclando’ le nostre orrende periferie urbane così come si sono venute formando dagli anni Cinquanta ad oggi.

Nella nostra Regione, con la sua elevata percentuale di territorio protetto, questo provvedimento si configura come un vero e proprio atto di pirateria. Per tale motivo - conclude Caporale - nella interpellanza chiedo al presidente Chiodi se intenderà dare applicazioni alle norme del Decreto o se invece non ritenga più doveroso ricorrere alla Corte Costituzionale per richiederne l’incostituzionalità vista la manifesta violazione di prerogative che la Costituzione in seguito alla riforma del Titolo V assegna alle Regioni e agli Enti locali".


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