''Piazza d'Armi è degli aquilani e degli aquilani deve restare''

31 Gennaio 2010   18:02  

Riceviamo e pubblichiamo.

Sull’area di Piazza d’Armi e sulla sua storia ci si potrebbe scrivere un libro!
Ma, senza andare troppo indietro nel tempo, cominciamo dalla campagna elettorale delle elezioni co-munali del 2007.
Nel 2007 l’on. Cialente si è presentato alle elezioni comunali a capo di una coalizione il cui programma a pag. 30 citava, tra i 5 PROGETTI STRATEGICI, il parco di Piazza d'Armi. Riporto Testualmente: "Piazza d’Armi, essendo un’area strategica per l’assetto futuro di tutto il sistema urbano, deve diventare il grande parco urbano, che assume il significato di grande “piazza verde”, ingresso alla città storica. Non sono incompatibili con il parco la riqualificazione degli impianti sportivi e la realizzazione di un auditorium per la musica, (che possa fungere nel con-tempo anche quale Centro Congressi), struttura di grande prestigio architettonico che diventi il simbolo della città e il cen-tro fisico ed ideale di questa grande “piazza verde”.Su piazza d’Armi va attivata una procedura concorsuale (concorso d’idee e di progettazione e non altro) a carattere internazionale, limitando gli indici di edificabilità alla sola volumetria dell’auditorium, senza destinazioni commerciali, direzionali, residenziali, progettando in maniera rigorosa il verde, allar-gando la progettazione alla riqualificazione di una intera parte di città che va da San Giuliano alla stazione, dall’ospedale a Centi Colella.".
Piaccia o non piaccia, con questo programma Cialente ha vinto le elezioni e, come previsto dalla nor-mativa, il programma di mandato è stato approvato nel 2007 con delibera di Consiglio Comunale.
Nel 2008, sulla scorta di questo obiettivo e sulla base di un progettino redatto allo scopo di acquisire l'a-rea, il Comune ha ottenuto l’area di Piazza d’Armi dal Demanio pagandola “due lire” proprio per la sua destinazione a verde pubblico. Nello stesso periodo, ai sensi dello statuto comunale e del regolamento sul decentramento, il Comune ha chiesto alla VII Circoscrizione il parere OBBLIGATORIO su tale progetto.
Dopo il sisma, sull’area di Piazza d’Armi sono spuntati svariati progetti poiché chiunque (senza essere stato investito né dai cittadini con il voto, né dall’Amministrazione con incarichi formali) voleva realiz-zarci qualcosa, senza tenere in considerazione la volontà dei cittadini aquilani ed in particolare dei quar-tieri interessati. Arriviamo così ai primi di ottobre 2009 quando un volantino di Padre Quirino Salomo-ne che chiedeva una RICOLLOCAZIONE delle sue attività diventava un ordine del giorno approvato dal Consiglio Comunale.
Successivamente la Giunta Comunale, con delibera n° 215 del 22/10/2009, approvava la localizzazione temporanea di attività di commercio e di servizio in località Piazza d’Armi. In questa delibera vengono elencate le proposte di insediamento sull’area di Piazza d’Armi, che risultano essere le seguenti:
1. mercato di Piazza Duomo, con “l’utilizzo di un un’area pari a 24.800 mq lungo Viale Corrado IV di cui 12.800 mq dedicati ai banchi di vendita, viabilità per 3.800 mq, area verde per 5.000 mq, un accesso da Viale Corrado IV e un’uscita su via Piccinini, aree per parcheggio pari a 3.200 mq …”;
2. complesso di strutture e attrezzature proposto dai Frati Minori d’Abruzzo – Fraterna TAU On-lus, che chiede di estendersi per circa 4.000 mq;
3. l’associazione teatrale L’Uovo, che chiede di installare una tensostruttura per 300 posti a sedere, ricevuta in dono, di dimensioni pari a circa 30x20 metri per una superficie territoriale di circa 1.000 mq.
Cito il punto 4 bis) del deliberato: La Giunta si riserva di individuare la definitiva localizzazione all’esito delle i-stanze dei proponenti corredata degli elaborati progettuali definitivi, da presentarsi presso il servizio ripianificazione dell’Area Sisma, il tutto ai sensi dell’art. 6 del citato Regolamento ( regolamento “Criteri per la localizzazione e realizzazione di manufatti temporanei”).
Questa delibera nasce però con il “peccato originale”, perché adottata in violazione dell’art. 29 del Re-golamento sul Decentramento, approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 133 del 2006, che riporto testualmente:
“1. Il Comune deve OBBLIGATORIAMENTE consultare le Circoscrizioni per il parere preventivo su:
1) atti generali quali:
a) atti che determinano l’indirizzo politico dell’Amministrazione;
b) bilancio di previsione annuale e pluriennale;
c) piano regolatore generale ed altri strumenti di pianificazione territoriale;
d) piani commerciali, piani del traffico, della viabilità e dei trasporti pubblici;
e) piani per le aree destinate ad insediamenti produttivi, per le zone a destinazione agricola, per gli assetti del sistema sco-lastico e del tempo libero, per le aree verdi e per gli interventi di rilevante
impatto territoriale;
f) regolamenti comunali;
g) regolamenti sull’organizzazione degli uffici e dei servizi delle Circoscrizioni;
h) atti riguardanti le modalità di gestione dei servizi comunali.
2) atti particolari quali:
a) varianti al piano regolatore relative alle Circoscrizioni;
b) strumenti urbanistici di dettaglio e di attuazione del piano regolatore generale: piani particolareggiati, lottizzazioni, convenzioni ricadenti sul territorio della Circoscrizione;
c) progetti attuativi e relative norme per gli insediamenti nelle aree Peep della Circoscrizione;
d) acquisizione e cessione di immobili di esclusivo interesse della Circoscrizione;
e) localizzazione, progettazione ed ampliamenti delle attrezzature sociali;
f) istituzione, trasferimento e modificazione di mercati rionali fissi e ambulanti;
g) disciplina del traffico a carattere permanente;
h) interventi non ricompresi nel piano triennale delle opere pubbliche e ricadenti sul territorio della
Circoscrizione.”
E su questa delibera il comune non ha chiesto il parere OBBLIGATORIO alla VII Circoscrizione, sul cui territorio ricade l’area di Piazza d’Armi.
Nel frattempo è cominciato a circolare il progetto di un teatro-auditorium. Per questo progetto, custo-dito dalla Protezione Civile, dopo l’esame di diverse aree, è stata scelta la localizzazione di Piazza d’Armi: dal rendering che circola in città si può vedere che questo progetto prevede una sistemazione DEFINITIVA e d’insieme dell’intera area di Piazza d’Armi. Prevede un teatro da 500 posti a pianta cir-colare con tetto semisferico, l’implementazione degli impianti sportivi, una piazza antistante al teatro lungo Viale Corrado IV (che eventualmente potrebbe essere utilizzata nelle ore antimeridiane dal mer-cato, così come era per Piazza Duomo).
Quindi un progetto finalmente coerente con il mandato ricevuto a giugno 2007 dai cittadini aquilani e con quanto chiesto più volte ed a gran voce dai cittadini e dai consiglieri della VII Circoscrizione.

Ma torniamo all’intervento proposto da Padre Quirino Salomone. Vedendo il progetto esce fuori che da circa 4000 mq l’area occupata diventa di circa 5000 mq e che a fronte di una chiesa di 224 posti a se-dere, una mensa dei poveri da 192 posti e 12 camere ed un convento con 8 camere, è previsto un PARCHEGGIO CON SOLO 30 POSTI AUTO! Quali Norme Tecniche sono state utilizzate per la predisposizione del progetto???? E chi lo ha approvato??

Perché con i soldi raccolti non ristrutturano e rendono agibile la chiesa di S.Sisto, sul cui territorio rica-de Piazza d'Armi, o costruiscono la nuova chiesa di San Giovanni Battista (meglio conosciuta come S.Antonio) poco distante e la cui costruzione era già prevista prima del terremoto?
Perché la mensa dei poveri non viene fatta alla bocciofila di S.Sisto, che già prima del terremoto era sta-ta SFRATTATA DALLA DIOCESI AQUILANA, rivendicandone il possesso del suolo?
E per il convento perché non ristrutturare ed eventualmente ampliare quello di S.Giuliano?
Quali interessi ci sono dietro a questa scelta della Chiesa aquilana?
Prima del terremoto la presenza della Mensa dei Poveri in centro era corretta perché era sul centro che gravitava la vita della città. Ed era questo l’elemento di successo anche per il mercato di Piazza Duomo, insieme alla sua tradizione che lo vedeva lì collocato da oltre 700 anni.
Invece le collocazioni a Piazza d'Armi non avranno lo stesso successo perché i cittadini ed i poveri do-vranno arrivarci appositamente.
Non ci nascondiamo dietro un dito! Adesso Piazza d’Armi è la periferia est della nuova città e per rag-giungerla anche i poveri dovranno utilizzare auto, mezzi pubblici o mezzi di fortuna.
Il vero centro ora è nell’area racchiusa da Sassa, Coppito, Preturo, San Vittorino e Cansatessa dove so-no stati realizzati 1737 alloggi del Piano C.A.S.E., 69 M.A.P., dove si sono trasferiti o si trasferiranno almeno 7500 aquilani (senza contare i residenti già prima del terremoto) e dove si sono insediate nume-rosissime attività ed uffici.
E’ lì che la Chiesa deve pensare ad insediarsi, perché li ci sono le persone (e le loro terre)!
E mentre c’è chi pensa ad accattivarsi le simpatie della Diocesi, chi risponde e cosa risponde ai titolari e lavoratori delle circa mille attività commerciali ed artigiane che si trovano nella zona rossa e di cui solo una minima parte è riuscita a ricollocarsi in altre zone?
Perché non viene completata l'ex Sercom ed i relativi spazi assegnati con bando pubblico?
Sono stanco di vedere, nell’inerzia generale che contraddistingue il nostro Comune (IMMOTA MA-NET!!), i soliti volponi che lavorano nell’ombra per gettare fiumi di cemento a Piazza d’Armi!!
Sono stanco di vedere la Chiesa comportarsi come un’immobiliarista con il denaro dei contribuenti vio-lando tutte le normative, come nel caso della Casa dello Studente di Coppito realizzata con i Fondi FAS (Fondi per le Aree Sottosviluppate erogati dal CIPE) e gestita dalla Diocesi in violazione dell’Accordo di Programma che prevedeva la realizzazione a favore del Comune dell’Aquila, che ne dispone l’uso alla Regione Abruzzo affinché “...attraverso le sue articolazioni, provveda alla gestione...”.
Sono stanco di vedere le scuole private cattoliche alle quali, in violazione del comma 3 dell’art.33 della Costituzione (Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, SENZA ONERI PER LO STATO.) vengono assegnati dei MUSP dove i miei concittadini hanno iscritto i propri figli pagando laute rette. Perché allora non sono stati realizzati anche per le altre scuole paritarie?

Nella prossima seduta del Consiglio della VII Circoscrizione si discuterà di Piazza d’Armi e spero che da lì venga un segnale forte per il destino di questa area così importante e strategica per la città.

 

Massimiliano Amicarella, consigliere VII Circoscrizione.

 


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