Piccole aziende e crisi dell’industria, anche i “piccoli” fanno grandi numeri

Le risposte della CGIL

04 Ottobre 2012   16:31  

Uno dei temi che recentemente hanno più impegnato il governo Monti è stata l’ampiezza e la gravità della crisi industriale, al punto che gli stessi ministri hanno parlato di un Paese alle prese con un numero preoccupante di vertenze.

Il governo ovviamente si riferiva ai casi più eclatanti, alle vicende agli onori della cronaca. Non poteva e non può riferirsi ai singoli casi, occuparsi della miriade di piccole imprese che stanno mettendo i lucchetti ai cancelli.

La stessa cosa accade nella nostra regione, dove le grandi aziende catalizzano l’attenzione e l’impegno delle istituzioni: scelte condivisibili e obbligate ovviamente, per i contraccolpi che tutto l’Abruzzo sentirebbe con la chiusura o il ridimensionamento di queste fabbriche.

Accanto alle vicende più note c’è tuttavia molto altro. Una crisi penetrante che si è diffusa ovunque, che non risparmia nessuna provincia e soprattutto quasi nessuna azienda: quell’arcipelago di imprese piccole e medie che ha fatto la fortuna dell’Abruzzo e che ogni giorno perde un tassello e altri posti di lavoro.

I grandi numeri si raggiungono facilmente anche così, sommando i lavoratori che le piccole fabbriche lasciano a casa, mettendo in fila i cosiddetti “casi minori”. Un tema che la Cgil Abruzzo intende rilanciare e portare all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni.


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