Più alunni e meno insegnanti.Ecco la scuola italiana dei precari

Elementari: il bluff delle iscrizioni

04 Marzo 2009   18:22  

Meno professori e più studenti, il tutto condito da una buona dose di precariato: ecco lo spaccato della scuola italiana odierna. Ad affermarlo, non la solita dichiarazione catastrofista di qualche sigla sindacale ma lo stesso Ministero dell'Istruzione: gli ultimi 10 anni di formazione statale non sono stati propriamente una passeggiata per gli insegnanti nostrani: a fronte di un aumento della popolazione scolastica è stato registrato un decremento di quella docente. Dal 99 al 2008 gli insegnanti di ruolo sono infatti diminuiti di circa il 3,4%, mentre sono più che raddoppiati (da 64 mila a 141 mila) i supplenti che cercano di accumulare incarichi su incarichi per guadagnarsi qualche posto in più in graduatoria. Secondo il documento diffuso dal Ministero, l'aspetto più allarmante in seno al settore istruzione sarebbe proprio l'onda crescente di docenti senza posto fisso: dieci anni fa si contava un precario ogni 12 professori, oggi se ne conta uno ogni 6. Proprio in base a tale allarme, l'ex ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni, aveva elaborato un programma volto alla stabilizzazione di circa 150 mila precari. Il piano tuttavia, non dev'esser molto piaciuto all'attuale Governo, che di fronte alla crisi ha ritenuto maggiormente economico tagliare posti e competenze, piuttosto che riformare l'intero settore potenziando i moduli didattici e garantendo maggiore stabilità agli insegnanti.

Aumento della popolazione studentesca. Nei licei scientifici la mole di studenti è cresciuta di uno straordinario 27%. Idem per i classici e gli istituti psico-pedagogici dove l'incremento di alunni è stato pari a  un quinto del dato originario. In aumento anche gli studenti(+13 per cento) degli istituti professionali. L'unica a portare i segni del cedimento(-7%) o quantomeno di un andamento contrario rispetto alla tendenza generale è l'istruzione tecnica, che pure diede un grande contributo allo sviluppo economico degli anni 50-60 e che oggi mostra l’ingente perdita di circa 65 mila studenti.   

SCUOLA PRIMARIA: IL BLUFF DELLE ISCRIZIONI

Standard qualitativi a rischio. I dati diffusi dall'ultimo rapporto del Ministero parlano chiaro: se il governo non apporterà modifiche sostanziali alla formazione degli organici relativi al personale scolastico, ben 9 famiglie su 10 non potranno ottenere le 30 ore settimanali scelte al momento dell'iscrizione. All'uscita del rapporto, l'altro ieri, una cosa è risultata evidente agli occhi di tutti: il modello Gelmini per la scuola elementare non è in grado di soddisfare le aspettative delle famiglie italiane. Le tanto sponsorizzate 24 e 27 ore della prima elementare, promosse dall'esecutivo come il prototipo della formazione primaria del futuro, hanno ottenuto soltanto il 10% delle preferenze. Credendo che alla scelta seguisse la soddisfazione delle proprie preferenze, la maggioranza degli italiani ha optato per il modello attuale a 30 ore(56%) e per quello a tempo pieno di 40(34%).

Considerando tuttavia quanto già dichiarato dal Ministero, e ossia che l'organico per le prime classi sarà definito sulla base delle 27 ore settimanali, saranno veramente poche le famiglie che vedranno accolta la propria richiesta. le classi a 30 ore che sarà possibile attivare dipenderanno infatti dai risparmi ottenuti con la formazione delle classi a 24. Un problema non da poco. Secondo uno studio condotto dalla Repubblica  "su oltre 20 mila prime classi ne potranno funzionare appena 600 con 24 ore settimanali e altrettante ne dovrebbero essere attivate a 30 ore. Ma la richiesta delle 30 ore da parte dei genitori dei piccoli che fanno il loro ingresso alla scuola primaria è di gran lunga superiore". Stando ai dati forniti da viale Trastevere, delle 294 mila famiglie che hanno firmato per un tempo scuola di almeno 30 ore a settimana, ne potranno essere soddisfatte appena 16 mila. E le restanti 278 mila?

Non solo. Chi ha optato per le 24 o le 27 ore ritenendo di aver scelto la strada più sicura, dovrà ricredersi: nel nostro Paese sono 16 mila le scuole elementari, e ironia della sorte circa 16 mila le famiglie che hanno fatto richiesta delle 24 ore. Se la matematica non è un'opinione- e non lo è- avremo in media un bambino per ogni plesso scolastico. Le famiglie che hanno scelto le 27 ore sono invece circa 36 mila, poco più di due scolaretti per sede. Le regole che sottostanno alla formazione delle classi sono però molto chiare: devono esserci minimo 10 bambini per classe. Pertanto anche quanti hanno firmato la propria richiesta a settembre rischiano di veder infrangere le proprie aspettative: il più delle volte verrà richiesto loro di cambiare scuola o di adattarsi ad un orario diverso da quello prescelto.  "Se le proiezioni fatte dal ministero saranno rispettate - ha affermato Domenico Pantaleo, segretario di Flc Cgil - si prospetta un aumento della richiesta del tempo prolungato. Ora il governo mantenga i suoi impegni e trovi le risorse necessarie".





GDC

 

 


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