Presidio della memoria: le parole di Salvatore Borsellino

Intervento integrale

08 Marzo 2010   12:26  

A conclusione del Presidio della memoria di sabato a L'Aquila è intervenuto in collegamento video Salvatore Borsellino, leader del movvimento delle Agende rosse.

''Ho vissuto la giornata di ieri all'Aquila davanti allo schermo di un computer, costretto da problemi di salute che mi hanno reso impossibile essere ancora una volta sul campo insieme alle mie Agende Rosse che però hanno anche questa volta risposto in modo eccezionale all'appello arrivando a l'Aquila da ogni parte d'Italia mossi dalla loro rabbia e da quella sete sete di Verità e di Giustizia che che è lo spirito che ci muove e che ci accomuna.

Vorrei ringraziare uno per uno i miei compagni di lotta che mi hanno permesso di essere li dove fisicamente non potevo essere e che hanno anche per me levato in alto le loro Agende Rosse ed alzato il loro grido di RESISTENZA, ma un ringraziamento particolare lasciate che vada a Marco Bertelli e ad Angelo Garavaglia, due dei miei insostituibili collaboratori che partiti da Milano con un furgone sono passati per Piacenza per ritirare un carico di Agende Rosse appena stampate da distribuire ai manifestanti ed hanno poi assicurato sia a Chieti, per il primo premo Agende Rosse negli istituti superiori della città fortemente voluto dalla passione di Luca De Stefanis, e poi soprattutto a L'Aquila, la diretta streaming ed il collegamento video che mi ha permesso in entrambi i casi di potere portare la mia voce li dove fisicamente non avevo potuto essere.

A L'Aquila, per la poco felice collocazione nella scaletta degli interventi dal palco degli interventi di Antonio Mancini e Lilly Centofanti, due giovanissimi ed infaticabili promotori di questa manifestazione, e del mio collegamento video, la maggior parte della gente che, a causa del freddo intenso e dell'ora tarda, avevano dovuto abbandonare il Piazzale di Collemaggio, non ha potuto ascoltare il mio intervento. Ne riporto quindi di seguito la trascrizione.

Oggi dovrei essere triste, è la seconda volta in due giorni, dopo ieri a Chieti, che mi trovo a non essere sul campo di battaglia insieme alle mie Agende Rosse, ma devo seguire la vostra, la nostra battaglia da lontano, chiuso dentro un bunker, affidandomi per potere comunicare con voi soltanto ad uno schermo e ad un microfono.

Non posso scorgere da così lontano la purezza e la decisione dei vostri sguardi, non posso sentire, come quando sono in mezzo a voi, il battito dei vosri cuori.

Ma invece non sono triste, non sono triste perchè anche senza di me voi siete riusciti a portare li, in mezzo alle macerie di quella città martoriata, un pezzo del cuore di Paolo, perchè voi siete li a levare in alto al posto mio le vostra Agende Rosse, questo nostro simbolo di rabbia, di Verità e di Giustizia.

Questo sistema di potere che sta lentamente trasformando la nostra democrazia in un regime ha trasformato questo che è diventato un luogo di dolore, di morte e di memoria in un set cinematografico per le passarelle dei potenti, una mangiatoia per soddisfare le voglie di chi sghignazzava, raccolto nel tepore del proprio letto, mentre le vittime del terremoto ancora gemevano sotto tonnellate di pietra crollata sopra di loro per la furia della natura ma soprattutto per l'insipienza e l'avidità di chi quelle case aveva costruito senza tenere conto della sicurezza ma tenendo conto solo della propria avidità di guadagno.

Eppure tante vite avrebbero potuto essere salvate se si fosse tenuto conto dei tanti segnali premonitori, se l'allarme fosse stato dato per tempo non solo agli occupanti della prefettura ma anche ai ragazzi che abitavano in quella Casa dello Studente costruita con cemento impoverito e priva addirittura di qualche pilastro portante.

Oggi siamo tutti qui, e mi sento anche io in mezzo a voi, per un Presidio di Memoria, undici mesi dopo quelle terribili ore 3 e 32 primi dopo la mezzanotte e un mese prima che uno stuolo di avvoltoi cali su L'Aquila, ad un anno della tragedia, per venire a magnificare se stessi in quella che è diventata per loro una grande occasione per distribuire, a loro stessi ed ai loro amici prebende, tangenti massaggi ed appalti.

Oggi siamo tutti qui, e sono anche io in mezzo a voi, per un presidio di Legalità, di Verità e di Giustizia.

Ma come si può parlare di Legalità, cosa è diventata la Legalità in una città che oggi piange i suoi morti per illegalità, un paese in cui le leggi vengono cambiate a seconda della necessità dei potenti e non c'è più chi faccia da garante alla nostra Costiutuzione, in un paese in cui si pretende che la sicurezza sia assicurata non dalle forze dell'ordine, cui vengono lesinati i mezzi e financo la benzina necessaria per le auto, ma da ronde che ricordano i manipoli di manganellatori del ventennio fascista.

Cosa è diventata la legalità in un paese in cui si schiavizza e si sfrutta della gente che la fame o le persecuzioni scaccia dai propri paesi per poi scatenare la caccia all'uomo nel momento in cui non sono più necessari.

Che cosa hanno fatto della solidarietà, la millenaria solidarietà degli uomini di mare per la qualse qualsiasi capitano di nave abbandonava la propria rotta per andare a soccorrere dei naufraghi in difficoltà se oggi barconi carichi di disperati vengono respinti ed abbandonati alla loro sorte da navi con il simbolo del nostro Stato in un canale di Sicilia che è diventato luogo di pesca di cadaveri di disperati annegati per gli stenti e per la mancanza di soccorsi.

Presidio di Verità, ma quella Verità che ci è negata da 17 anni sulle stragi del '92 e del '93, quelle stragi dal cui sangue è nata questa nostra disgraziata seconda Repubblica, tenteranno di occultarla anche per quanto riguarda le vere responsabilità per quei morti i cui nomi sono stati ricordati oggi uno per uno.

Presidio di Giustizia, ma come si può parlare di Giustizia in un paese in cui i magistrati vivi vengono vilipesi ed attaccati ogni giorno dal capo del governo e vengono accusati di complottare contro di lui solo perchè stanno tentando di togliere lo spesso velo di silenzi e di depistaggi che finora ha coperto i veri responsabili delle stragi del '92 e del '93 e che domani potrebbe coprire i veri responsabili delle vittime del terremoto che ha distrutto questa città ed i responsabili del banchetto delle iene e degli sciacalli che su questa tragedia hanno costruito e rimpinguato le proprie fortune.

Noi non accettermo che questo accada, noi continueremo fino all'ultimo respiro a lottare per la Verità e per la Giusizia, noi faremo da scorta ai magistrati onesti perchè la Verità venga alla luce e la Giustizia trionfi.
Le Agende Rosse resisteranno un minuto in più del regime e il nostro grido sarà sempre lo stesso:RESISTENZA, RESISTENZA, RESISTENZA.''

Salvatore Borsellino

Il sito del Popolo delle Agende Rosse

 

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