Primarie all'Aquila, Storace: "Un cricca di partito imbroglia gli elettori

08 Marzo 2012   12:00  

"All’Aquila una cricca di partito ha deciso di imbrogliare gli elettori". E' durissimo il segretario nazionale de La Destra Francesco Storace dopo la figuraccia delle primarie.

"Succede che a maggio ci sono le elezioni comunali e il Pdl, per affrontarle, voleva sottoporsi alle primarie. Primarie di coalizione, con una scelta comprensibile e che ampliava le possibilità di vittoria affidando la scelta al corpo elettorale.

A queste primarie, le cui candidature hanno avuto un termine fissato per le 13 di ieri, poi slittato alle 17 decide di partecipare anche La Destra, schierando uno dei suoi dirigenti più promettenti, Luigi D’Eramo, segretario regionale del partito. Di più: Luigi e’ consigliere uscente del Comune ed e’ assessore alla provincia. Anche se giovane, ha già una brillante esperienza amministrativa che lo mette in evidenza di fronte agli aquilani.

Anche la sua famiglia ha sofferto la tragedia del terremoto e non ha esitato a porsi dalla parte dei cittadini persino nei confronti di quello che era il governo amico. E’ stato ad un passo dal diventare assessore regionale, per la stima che di lui ha il presidente della regione Abruzzo, Gianni Chiodi.

Il Pdl non ha un candidato come lui. Via via li ha divorati tutti, finche’ non ne era rimasto uno solo in campo, l’architetto Pierluigi Properzi, 73 anni,  indipendente non iscritto al partito.

Si sono resi conto che le primarie puo’ vincerle il candidato de La Destra e hanno deciso di annullarle. Non credo che si debba usare una parola diversa da vergogna. Metodi da cricca.

La pensano sostanzialmente così: siccome le regole ci penalizzano, annulliamo le regole. E preferiscono candidare un perdente nemmeno iscritto al partito piuttosto che un vincente dirigente di un altro partito. Il sindaco Cialente, quello che fa rima con inefficiente, ringrazia il Pdl.

Circolava persino voce che taluno avrebbe voluto “persuadere” D’Eramo minacciando la revoca dell’incarico di assessore in provincia in caso di conferma della volonta’ di candidarsi, senza neppure rendersi conto che il codice penale punisce il reato di estorsione.

D’Eramo andrà avanti, con il sostegno del suo popolo e l’affetto del suo partito.
Alfano, che vuol fare del Pdl il partito degli onesti, cominci a sbarazzarsi dei manigoldi che ha a L’Aquila. Chi si comporta così, non merita di fare politica".


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