Processi sui crolli: muore imputato di 96 anni. Rinviata udienza per edifico in Via D'Annunzio

26 Novembre 2011   10:04  

E' stata aggiornata al 21 febbraio 2012, l'udienza dibattimentale sul crollo dell'edificio in via Gabriele D'Annunzio, in cui a seguito del sisma del 6 aprile del 2009, sono morte 13 persone. 

Nell'udienza di oggi sono stati ascoltati i consulenti del pm: Carlo Meletti, geologo dell'Ingv; Domenico Liberatore, ordinario di architettura presso la Facolta' "La Sapienza" di Roma; il geologo, Alessandro Lore' ed il professore dell'Universita' dell'Aquila, Raimondo Quaresima. 

I periti, ognuno per la propria competenza, hanno evidenziato come l'edificio sia stato costruito con materiali scadenti, come il terreno analizzato in prossimita' delle fondamenta della palazzina crollata sia omogeno, uguale a quello che si trova lungo tutta via Gabriele D'Annunzio, nella quale si trovano una sessantina di edifici che sono rimasti al contrario in piedi. 
Altro aspetto evidenziato dai consulenti, che il terremoto del 6 aprile e' compatibile con le leggi in materia di sicurezza antisismica. 

Per il crollo della palazzina sono imputati per i reati di omicidio colposo plurimo e lesioni, l'ingegnere Fabrizio Cimino, 50 anni, e il tecnico Fernando Melaragno, 62 anni. I due si sono occupati di una ristrutturazione del palazzo crollato. Ugualmente sotto accusa, ma la sua posizione e' stata stralciata anche qui per un problema di notifiche, anche l'ottuagenario Filippo Impicciatore residente in Venezuela, imputato per le discusse tecniche di costruzione adottate nel 1961 e per "l'uso di materiale scadente"

CROLLO CON 19 MORTI, DECEDUTO UNICO INDAGATO 

Il processo previsto sul crollo dell'edificio in via Poggio Santa Maria in cui a seguito del sisma del 6 aprile di due anni fa sono morte 19 persone, non si e' celebrato. Infatti l'unico imputato per quel crollo, Luigi Marrone di 96 anni, committente dell'opera, e' morto nelle scorse settimane. 

L'anziano imprenditore di Scoppito (L'Aquila) era l'unico sospettato, anche perche' il solo ancora in vita, tra le persone che secondo la Procura avrebbero avuto responsabilita' nella realizzazione del palazzo. Si trattava di architetti e ingegneri che sono morti diversi anni fa. I legali difensori dell'imputato avevano sollecitato una perizia volta ad accertare la sua capacita' a stare in giudizio.

Cosa che il perito nominato dal giudice aveva ritenuto non possibile a causa di una serie di problemi di salute legati alla sua veneranda eta'. La perizia, depositata a fine settembre, si sarebbe dovuta discutere oggi ma dato gli ultimi accadimenti, il giudice si e' limitato a dichiarare l'estinzione del reato per morte del reo. 

La vicenda potra' proseguire solo in sede civile nei confronti degli eredi, qualora le parti civili lo dovessero ritenere opportuno. 

Per Marrone i reati ipotizzati erano quelli di omicidio colposo plurimo e lesioni gravi; negli anni Sessanta, Marrone era committente e intestatario della concessione del palazzo di quattro piani. Quindici le parti civili, compreso il Comune dell'Aquila, che aveva chiesto un risarcimento di un milione di euro. 

I racconti dei pochi superstiti raccolti nella fase delle indagini preliminari sono stati terribili: una studentessa riminese di 20 anni, Eleonora Calesini, fu estratta viva dopo quasi due giorni dal crollo. Secondo la perizia del pm alla base del crollo ci sono difetti nella progettazione e uso di materiali scadento.


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore