In un processo che coinvolge Ciro Grillo, figlio del noto comico Beppe Grillo, e tre suoi amici, una giovane italo-norvegese ha fatto una testimonianza straziante davanti al tribunale. La ragazza ha rievocato la notte del 6 e 7 luglio 2019, sostenendo di essere stata vittima di un orrendo stupro di gruppo nel residence del figlio di Beppe Grillo in Costa Smeralda. Gli imputati nel caso sono Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria.
L'avvocata Giulia Bongiorno, che rappresenta la parte civile, ha dichiarato che le testimonianze di questa giovane sono tra le più difficili e dolorose che abbia mai affrontato come avvocato. La ragazza ha rivelato di aver tentato il suicidio e di aver compiuto atti di autolesionismo in seguito all'esperienza traumatica. Ha anche parlato dei momenti in cui avrebbe cercato di lanciarsi sotto un treno.
La giovane ha raccontato di essere stata costretta con la violenza a bere vodka durante la notte dell'incidente. Ha descritto come uno degli imputati, Vittorio Lauria, l'abbia afferrata con forza e l'abbia costretta a bere dalla bottiglia. La deposizione della ragazza è stata caratterizzata da lacrime e momenti di grande emozione.
La testimonianza ha svelato dettagli scioccanti sulla presunta violenza sessuale di gruppo subita dalla giovane italo-norvegese. La ragazza ha dichiarato di aver cercato di gridare ma di essere rimasta paralizzata. Ha condiviso l'angoscia che ha provato durante l'esperienza, sottolineando che non sentiva il suo corpo e non riusciva a muoversi.
Il processo ha generato un'ampia attenzione mediatica e ha sollevato numerose questioni procedurali. La testimonianza della presunta vittima è stata fonte di grande emozione in aula, tanto che l'udienza è stata temporaneamente sospesa per consentire alla ragazza di riprendersi. La giovane è assistita dall'avvocata Giulia Bongiorno e dall'avvocato Dario Romano.
Il processo rimane in corso e continua a generare un forte interesse pubblico. Gli imputati sono attualmente assenti in aula.