Processo Grandi Rischi, l'attesissima sentenza prevista per le 17

"Non sono le persone offese che credono nel Pm, sono stato io Pubblico Ministero che ho creduto alla ricostruzione dei fatti, è stata la Pm D'Avolio, è stato il Procuratore Alfredo Rossini. L'auspicio, Signor giudice, è che come ci abbiamo creduto noi, nella camera di Consiglio voglia crederci anche lei.”

Così il pm Fabio Picuti aveva chiuso la sua controrequisitoria questa mattina in aula al Tribunale dell'Aquila, nell'ultima udiena del processo alla Commissione Grandi Rischi.

Dopo di lui le risposte della difesa, poi il silenzio. Il giudice Marco Billi è chiuso in camera di consiglio ed è ora certo che ne uscirà alle 17 dopo più di due ore di isolamento.

La pubblica accusa aveva chiesto 4 anni di reclusione per i sette imputati accusati di omicidio colposo, disastro colposo, lesioni gravi.

Silenzio, tensione, e attesa altissima con almeno 16 televisioni di tutto il mondo presenti in aula e giornalisti di carta stampata locali, nazionali ed internazionali.

L'avventura giudiziaria era iniziata per i sette imputati nel maggio del 2011, poi trenta udienze a ritmo serrato.

E oggi la sentenza attesa come storica. 

Ad attendere la sentenza gli imputati Franco Barberi, presidente vicario della commissione Grandi Rischi, Bernardo De Bernardinis, già vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione civile, Enzo Boschi, all'epoca presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto C.a.s.e., Claudio Eva, ordinario di fisica all'Università di Genova e Mauro Dolce, direttore dell'ufficio rischio sismico di Protezione civile.