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Fu l’allora capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, a fornire nell’ottobre 2009 alla Procura della Repubblica dell’Aquila il documento contenente le risultanze dell’incontro che la Commissione Internazionale sulla Previsione dei Terremoti per la Protezione Civile, composta da studiosi provenienti da Cina, Italia, Francia, Germania, Giappone, Grecia, Regno Unito, Russia, Stati Uniti, tenne a L’Aquila il 12 maggio 2009.
Nella memoria del pm Fabio Picuti, che ha portato al rinvio a giudizio dei sette componenti della Commissione Grandi rischi con l’accusa di omicidio colposo plurimo e lesioni gravi, si fa più volte riferimento all’intero quadro normativo che disciplina funzioni e compiti dell’organo di consulenza tecnico-scientifica della Protezione civile.
“Da cui discende – scrive l’accusa – che gli obblighi di chiara, corretta e completa informazione andavano adempiuti, per legge e per assunzione di un pubblico impegno, sia nei confronti degli organi istituzionali (prima di tutto il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, ma anche il Sindaco dell’Aquila e l’Assessore alla protezione civile della Regione Abruzzo, invitati alla riunione e ammessi in qualità di uditori) sia nei confronti dell’intera cittadinanza”.
Ed è nel documento che contiene le conclusioni dell’incontro della Commissione Internazionale che si trova un riscontro sull’importanza della corretta informazione a fini di prevenzione.
In tale documento al punto H, pagina 9, che affronta la “Comunicazione al pubblico delle informazioni sui terremoti” si legge: “Fornire previsioni probabilistiche al pubblico in modo coordinato rappresenta un’importante capacità operativa. Una buona informazione rende la popolazione consapevole del corrente stato di pericolosità, diminuisce l’impatto di informazioni infondate e contribuisce a ridurre il rischio sismico e a migliorare la preparazione ai terremoti. Usando tecnologie basate sul Web, le previsioni probabilistiche dei terremoti possono essere rese disponibili per il pubblico con continuità, non solo durante le crisi ma anche in tempi in cui la probabilità di avere eventi maggiori è bassa. Questo educherebbe la popolazione alle variazioni dell’attività sismica, accrescendo l’efficacia della comunicazione pubblica in caso di un evento estremo, ridurrebbe le critiche ingiustificate e avrebbe un’influenza positiva sulla volontà pubblica di partecipare al sistema di protezione civile. L’esperienza in differenti aree soggette a terremoti ha mostrato che l’informazione diretta attraverso siti Web ufficiali accessibili al pubblico, come anche appositi programmi TV, rappresentano modi di comunicare efficaci e bene accetti. I principi per una comunicazione pubblica efficace sono stati 17 stabiliti da ricerche nell’ambito delle scienze sociali e dovrebbero essere applicati nel comunicare le informazioni sulla pericolosità sismica”.
E conclude: “Il DPC, secondo i principi delle scienze sociali sull’efficacia della comunicazione pubblica, e di concerto con le organizzazione partner, dovrebbe informare con continuità il pubblico circa la situazione sismica in Italia sulla base delle previsioni probabilistiche”. Attività, tra l’altro, prevista dalle stesse norme che disciplinano la costituzione e il funzionamento della Protezione civile in Italia che, in base all’ art. 5 della legge n. 401 del 9 novembre 2001, “promuove l'esecuzione di periodiche esercitazioni, di intesa con le regioni e gli enti locali, nonché l'attività di informazione alle popolazioni interessate”.
(MS)