Processo breve, l'insensibilità dei deputati Pdl: e se avessero avuto un figlio morto nel sisma?

Rabbia e dolore dei familiari delle vittime

14 Aprile 2011   06:47  

I sei "onorevoli" del Pdl eletti in Abruzzo hanno accettato di buon grado di attenersi all'ordine di scuderia, ieri durante le votazioni sul Ddl sul cosiddetto "Processo breve".

In aula era stato anche presentato un emendamento, amaramente bocciato dalla maggioranza, che chiedeva di stralciare dal provvedimento i processi sui crolli del terremoto aperti a L'Aquila.

L'approvazione dell'emendamento non avrebbe minimamente inciso sulla volontà politica della maggioranza, si limitava solo ad eslcudere dal discusso provvedimento almeno tutti processi che vedono imputate persone accusate di omicidio per la morte di centinaia di persone che persero la vita sotto le macerie la notte del sei aprile 2009.

Fra i voti della maggioranza, appunto, anche quelli degli abruzzesi Maurizio Scelli, Paola Pelino, Giovanni Dell'Elce, Carla Castellani, Sabatino Aracu, Marcello De Angelis.

Fuori Montecitorio, ieri, i familiari delle vittime del terremoto hanno manifestato invano per tutta la giornata. "Siete tutti dei 'marchettari' a servizio del potente di turno" ha sbottato Antonietta Centofanti, del Comitato vittime Casa dello studente.

Vincenzo Vittorini, presidente della Fondazione 6 aprile - che non ha partecipato al sit-in - è intervenuto con una nota: "La casta difende solo se stessa in spregio ai cittadini e al loro territorio. I nostri parlamentari hanno preferito seguire ordini di scuderia dimostrando ancora una volta di voler difendere i propri corregionali solo davanti alle telecamere. Vogliamo chiedere a ciascuno di loro come si sarebbero comportati in aula se avessero avuto un figlio morto nel sisma. Con quale coraggio questi signori riprenderanno la strada per l'Abruzzo?".


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