Progettisti e proprietari a cena con Chiodi: "La ricostruzione? Se fosse per Cialente..."

23 Ottobre 2012   13:59  

"La ricostruzione? Se fosse per Cialente...". A più di un mese dalla remissione del suo incarico da commissario, nonostante le mille polemiche, i ritardi e le gravose responsabilità che hanno accompagnato il suo incarico, c'è ancora chi crede in Gianni Chiodi. Il presidente della Regione, in una ristretta cena in un ristorante nel cuore del centro storico, ha ricevuto apprezzamenti e incoraggiamenti, ieri sera all'Aquila.

L'occasione è stata l'avvio del cantiere di recupero del palazzo Cappa-Camponeschi, un isolato compreso tra Via Garibaldi, Via Paganica e Piazza Santa Maria Paganica. Lavori in realtà partiti a maggio ma che ieri sera sono stati occasione di convivio tra il governatore, il responsabile, l'ingegner Volfango Millimagi coi suoi collaboratori, il proprietario dell'immobile Marco Cappa, l'architetto Antonio Di Stefano della Soprintendenza e Massimo Mancini dell'impresa esecutrice, amico personale del presidente.

Alcuni dei commensali hanno raccontato di come l'ormai ex commissario abbia chiarito alcuni dei nodi che hanno tenuto bloccato per mesi l'avvio della ricostruzione, la mancata applicazione delle ordinanze, le responsabilità del Comune dell'Aquila. Grande assente proprio il sindaco del capoluogo Massimo Cialente, del quale però gli ospiti non sembravano sentir la mancanza, anzi. E neanche Chiodi: "Sii Cialente...lasciatelo stare!" ha esclamato facendo spallucce e sventolando il braccio. Tra tutti, l'atmosfera nei confronti del Comune era piuttosto insofferente.

Chiodi, in occasione dell'apertura dei lavori del palazzo, il secondo edificio privato a partire dopo il vicino Leli, aveva spiegato come fosse "la dimostrazione concreta che, in applicazione di quanto previsto dall’art. 4 della OPCM n. 3996/2012, molte proposte riguardanti edifici posti nei centri storici possono essere soddisfatte e i relativi cantieri avviati". Era l'epoca del braccio di ferro per la presentazione del piano di ricostruzione, perciò il governatore aggiunse che nell’esame di dette proposte, era necessario osservare "le prescrizioni contenute nella stessa OPCM 3996. In particolare il Comune è tenuto a svolgere l’istruttoria sulle domande presentate evidenziando chiaramente la coerenza degli interventi con i piani di ricostruzione, nonché gli altri requisiti normativi previsti”. L'allora commissario sollecitava quindi il Comune a "replicare" la "buona pratica del Palazzo Cappa-Camponeschi".

Marco Signori


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