Progetto piano casa?

Parola d’ordine: ampliare.

17 Marzo 2009   20:48  
Il piano straordinario per stimolare l’edilizia sembra essere in dirittura d’arrivo.Venerdì il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi porterà il decreto legge in Parlamento, dopo un esame al Quirinale.
Sembra siano completamente estinti i disaccordi in materia con il Capogruppo del Carroccio Umberto Bossi, dice infatti Berlusconi: “Bossi aveva capito che il piano fosse fatto per privilegiare gli immigrati rispetto agli italiani. Quando gli è stato spiegato, abbiamo avuto un’adesione entusiastica da Umberto e dai suoi”.
Nei prossimi giorni dovrebbe essere convocata una riunione Stato-Regioni per poter ascoltare le varie posizioni e ottenere un consenso preliminare.
Ma in cosa consiste il Piano casa?
Sinteticamente esso è volto:
Ad aumentare del 20% la volumetria degli edifici esistenti oppure ad abbattere e ricostruire, con dimensioni più ampie del 30% e con una vocazione marcatamente ecocompatibile, palazzi con oltre 20anni di vita sulle spalle.
Ad accrescere del 20% il volume  (se ad uso residenziale) o la superficie (se ad uso diverso da quello residenziale) di un immobile  o di una sua parte costruito entro il 31 Dicembre 2008, anche realizzando un manufatto aggiuntivo purché di carattere accessorio.
A dare la possibilità di abbattere e ricostruire , anche su area diversa e con proporzioni più ampie del 30% (o del 35% adoperando la bioedilizia o puntando su energie rinnovabili), gli edifici anteriori al 1989 che necessitano di un adeguamento ai mutati standard tecnologici, architettonici o energetici e non siano sottoposti a tutela. (Rottamazione degli edifici vetusti).
A garantire uno sconto del 20% (che sale al 60% per l’immobile che sia prima casa del richiedente o di un parente entro il terzo grado) sul contributo di costruzione. Fermo poi restando il rispetto delle norme in materia di distanze e vincoli ambientali e paesaggistici e il divieto di ampliare la cubatura degli edifici abusivi, potrebbero cambiare le procedure e i tempi per l’autorizzazione da parte dei Sindaci. Al posto del permesso di costruire, infatti, dovrebbe spuntare la perizia giurata del progettista.
Con il piano così strutturato sarà possibile inoltre fare delle modifiche, non solo alle villette, ma anche a oltre 2 milioni di condomini. Un grande terrazzo di un appartamento, per esempio, potrà essere chiuso per costruirci un’altra camera, valutata ovviamente la stabilità dell’edificio e il decoro architettonico.
Quindi spazi abitativi da reinventare a seconda delle esigenze delle famiglie, una o due stanze in più, bagno compreso, con possibilità di costruire una taverna o una mansarda e persino un box auto in giardino.
Lo scopo da raggiungere è quello di costruire e ampliare per poter far ripartire il settore edilizio in crisi.
Il Presidente del Consiglio in questi ultimi giorni ha ribadito più volte che  “sarà una misura molto efficace” in grado di far partire subito “60 miliardi di lavori”e che il “30% degli italiani vuole usufruire del provvedimento che consentirà di allargare del 20% la cubatura delle case”.
La reazione della Sinistra è stata di forte opposizione, il Segretario dei Democratici Dario Franceschini boccia senza possibilità di appello il piano straordinario del governo per l’edilizia, sostenendo che avrà come unico risultato la cementificazione dell’Italia, oltre che un possibile aumento di abusivismo. Il timore è che questa riforma provochi un danno sia all’ambiente che al settore turismo.
Il Presidente Berlusconi ribatte alla Sinistra chiedendo di evitare dei facili “allarmismi e presagi di sciagura” e che “per uscire dalla crisi bisogna essere ottimisti in quanto il pessimismo fa solo male ai cittadini”. Continua dicendo che il buon gusto ed il senso di opportunità dei proprietari delle abitazioni e dei professionisti che firmeranno i progetti eviterà qualunque tipo di disastro estetico.
In particolare, la riforma:
Sotto il profilo tecnico punta ad un aumento degli interventi che si possono fare senza nessun tipo di dichiarazione e all’abolizione del permesso di costruire, sostituito da una dichiarazione giurata del progettista. Allo stesso modo vuole anche abolire il certificato di agibilità rilasciato dal Comune e, al suo posto, prevedere una dichiarazione di conformità del direttore dei lavori. Anche le sanzioni per ciò che attiene l’abusivismo andrebbero alleggerite per i casi meno gravi e al contempo appesantite per quelli più gravi.
Sotto il profilo legislativo, così come strutturata, apporterà modifiche al Testo Unico in materia edilizia e al Codice dei beni culturali.
Una precisazione è d’obbligo. La materia urbanistica, secondo il Titolo V della Costituzione, rimane appannaggio delle Regioni, per cui per far sì che il piano casa venga recepito su tutto il territorio nazionale occorre che ogni Regioni approvi una legge specifica in materia.
La prima Regione che, anticipando i tempi, ha approvato la riforma sull’edilizia non attendendo il varo del Parlamento sull’iniziativa governativa è stato il Veneto.
Il suo Presidente Giancarlo Galan ha approvato il 10 Marzo un dispositivo che rispecchia fedelmente le linee guida della proposta nazionale, avente per oggetto, tra l’altro, l’intervento a “sostegno del settore edilizio,  la promozione di tecniche di bioedilizia e l’utilizzo di fonti di energia alternative e rinnovabili”.
La Regione Veneto farà dunque da apripista  per quelle misure che il Governo intende allargare a tutto il territorio italiano.
Anche la Regione Abruzzo, in persona del Presidente Chiodi e della sua maggioranza, si è mostrata favorevole al progetto, infatti, in questo contesto di crisi sono necessarie iniziative straordinarie e di immediata efficacia.
Le costruzioni hanno sempre rappresentato una parte importante dell’economia anche per gli effetti sui settori indotti, si calcola che per ogni lavoratore diretto ce ne siano altri 2 nei settori collegati.
Secondo i dati ufficiali dell’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili), in Abruzzo nel primo semestre del 2008, i dipendenti del settore edile avevano raggiunto quota 28.000 a cui dovevano essere aggiunti circa 19.000 lavoratori autonomi. A fine anno 2008 gli occupati nel settore sono passati da 47.000 a 40.500 ed i dipendenti da 25.500 a 21.000 ( con una riduzione del 20%).
Per concludere una curiosità. Sapete quanto costerà in media agli italiani un intervento di ampliamento? Circa 1200 euro a metro quadrato.

Francesca Aloisi.

 


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