Il Jobs act varato dal governo spingera' verso nuove assunzioni e nel 2015 si prevede un aumento di circa 110mila occupati anche se il tasso di disoccupazione rimarra' ancora al 12.8 per cento come nell'anno passato: e' quanto emerge dal rapporto trimestrale di Prometeia sulle prospettive di breve-medio termine dell'economia italiana.
"Se l'attesa della decontribuzione sui nuovi assunti - emerge dal rapporto - puo' essere all'origine di parte della caduta di occupazione dei mesi finali del 2014, simmetricamente ci si puo' aspettare un rimbalzo positivo in questi primi mesi dell'anno, quando i nuovi assunti a tempo indeterminato beneficeranno dello sgravio.
Al netto di inattesi movimenti dell'offerta di lavoro, quindi, benefici fiscali e miglioramento delle prospettive macroeconomiche faranno si' che il 13.4 per cento risulti un punto di massimo del tasso di disoccupazione".
In sintesi, la ripresa dell'occupazione, una volta consolidatasi quella della domanda, "procedera' con estrema lentezza e la riduzione del tasso di disoccupazione sara' frenata dalla crescita dell'offerta di lavoro.
Nel 2015 il tasso di disoccupazione rimarra' al 12.8 per cento, fermo al livello medio del 2014, pur a fronte di un aumento di circa 110mila occupati". Secondo Prometeia, sull'orizzonte di previsione si cominceranno a dispiegare gli effetti del Jobs act, "una riforma strutturale potenzialmente di ampia portata" di cui l'impatto effettivo "potra' essere compiutamente valutato" solo una volta che il processo di approvazione dei decreti delegati sara' terminato.
Nel rapporto si ricorda che dal febbraio 2015 le nuove assunzioni saranno "piu' flessibili sia perche' avranno tutele crescenti nel tempo sia per la possibilita' di licenziare anche senza giusta causa pagando, nel caso, un indennizzo economico". Se queste assunzioni saranno a tempo indeterminato, godranno anche dello sgravio contributivo.
"Le assunzioni - osserva Prometeia - potrebbero quindi ricevere un impulso positivo e l'elasticita' dell'occupazione alla ripresa economica potrebbe aumentare".
"Va pero' anche ricordato - si precisa nel rapporto di previsione - che non sono state abolite, ne' ridimensionate in alcun modo, le altre tipologie di contratto dietro le quali si sono sovente mascherate forme di lavoro dipendente, quali i contratti a progetto e, nel caso delle Ap, le collaborazioni (co.co.co), il contratto a termine continua a permettere fino a cinque rinnovi in tre anni".
Per Prometeia, dunque, "solo se la ripresa si avviera' con sufficiente vigore e influenzera' positivamente le attese delle imprese, gli incentivi esistenti potranno spostare decisamente le assunzioni verso il contratto dipendente a tempo indeterminato e ridurre veramente quell'elevato grado di segmentazione che e' una delle caratteristiche piu' negative del nostro mercato del lavoro".