Quaranta sindaci del Pescarese chiedono maggiori certezze alla Regio

22 Ottobre 2007   15:26  
“Abbiamo necessità di più certezza e programmabilità delle risorse”. A lanciare il grido di allarme sono una quarantina di sindaci dei piccoli e medi comuni del comprensorio pescarese preoccupati innanzitutto per gli ultimi sviluppi in merito alla legge Omnibus che preannunciano tagli, correzioni e rimaneggiamenti della stessa. I primi cittadini della provincia di Pescara si riuniranno dopodomani, mercoledì 24 ottobre, alle 19, nella sala consiliare del Municipio di Catignano per mettere a punto una strategia comune e chiedere maggiori certezze alla Regione Abruzzo, attraverso la stesura di un documento congiunto e la richiesta di un incontro con il presidente della giunta Ottaviano Del Turco (nella foto). “Anche se amministratori di piccoli centri siamo ben consci delle difficoltà e impellenze che le casse regionali hanno dovuto, devono e dovranno affrontare, e non saremo certo noi a contestare la ricerca di una soluzione che sia coerente con la situazione di bilancio - si legge in una nota congiunta - Vorremmo, però, far presente che per moltissimi Comuni, soprattutto per quelli piccoli e medi, i fondi regionali ascritti nei tanto famigerati e contestati ´elenchi´ della Omnibus, sono di primaria importanza. "Certo - aggiungono i sindaci - non basteranno a programmare piani di sviluppo o progetti strategici, ma nell’immediato consentiranno di realizzare strade e piazze, risanare patrimoni immobiliari spesso fatiscenti, ristrutturare edifici da adibire a luoghi di aggregazione, studio e lavoro. In moltissimi centri del comprensorio ci sono scuole senza palestre, strade in frana, mulattiere di campagna che reclamano asfalto. Ecco, i fondi già assegnati dalla legge serviranno proprio per dare risposte a certi disagi e a realizzare interventi urgenti. E a chi obietta che la distribuzione a pioggia dei finanziamenti, oltre che a far venir meno criteri di trasparenza, di priorità, di congruità e di funzionalità degli interventi rispetto alla programmazione generale, rispondiamo che non è così. Non è una questione di accontentare con piccole o grandi elargizioni i propri bacini elettorali, ma, al contrario, venire in soccorso di territori che possiedono un minimo (e a volte nullo) margine di azione per reperire risorse. Insomma, si tratta di azioni ben lontane dalla ripartizione di regalie a questa o quella bocciofila di turno, o della politica finanziaria del ´tappa buchi´. "I lavori - si legge ancora nella nota dei primi cittadini - saranno appaltati ed effettuati secondo criteri obiettivi, cristallini e stabiliti dalle norme e noi per primi garantiremo sulla reale necessità delle opere finanziate e sulla realizzazione degli interventi. Dal canto nostro ci stiamo muovendo verso azioni strategiche e, per esempio, con le Unioni dei Comuni, cercheremo di diventare non soltanto soggetti di gestione associata di funzioni e servizi, ma anche protagonisti di una nuova governance territoriale soprattutto in quelle realtà caratterizzate dalla presenza di piccoli e piccolissimi Comuni che faticano a reggere il passo del governo del territorio e che si associano per conquistare una adeguatezza sufficiente a svolgere queste funzioni. "Ogni giorno - concludono i sindaci - siamo costretti a mettere toppe a un vestito vecchio. A questo punto occorre fermasi e cominciare a tagliare la stoffa per un vestito nuovo. Questo potrà accadere soltanto a condizione che tutti i livelli istituzionali siano protagonisti di una stagione di cooperazione leale”.

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