Quei 20 milioni per i potabilizzatori inutili

10 Luglio 2010   13:31  

Soldi pubblici di una regione in crisi gettati letteralmente nel fiume.

Non è una metafora, ci si riferisce ad un sentenza della Corte dei conti che ha preso di mira l'architetto Maria Rosa Di Carlo, di Silvi, direttore generale pro tempore dell'Aca, nonché presidente della Commissione aggiudicatrice; Giovanni Carusi, di Porto Sant'Elpidio, Giuseppe Bucciarelli, teramano, e Domenica Pacifico, originaria de L'Aquila, dirigenti, in periodi differenti, del servizio di prevenzione collettiva ad interim della Regione.

La vicenda ha del clamoroso: per la potabilizzazione e costosissima delle acque del fiume Pescara, tra il 1990 e il 2006 sono stati realizzati due impianti in località San Martino a Chieti, costati oltre 20milioni di euro , e che non sono mai entrati in funzione perché si legge nella sentenza, le acque del Pescara non sono idonee a essere impiegate per un trattamento di potabilizzazione.

A scoprire il tutto ci hanno pensato gli uomini del Comando Forestale dello Stato, coordinati dal dottor Guido Conti. A seguito di accurate osservazioni, effettuate nel marzo 2008, gli investigatori hanno informato l'autorità giudiziaria dello stato di abbandono delle opere , la prima realizzata con il progetto POT 100 del 1990 e la successiva POT 500, del 1997).

I quattro ex-dirigenti dovranno pagare 35mila euro di risarcimento.

La sentenza della Corte dei conti definisce così la vicenda: ''emblematica della cattiva gestione dei fondi pubblici per di più in una regione assai bisognosa di di infrastrutture...Una storia segnata da comportamenti inerti e negligenti, vuoi all'interno dell'ufficio regionale di Prevenzione collettiva, vuoi all'esterno e conclusa con un gravissimo spreco di risorse pubbliche in assenza di risultati per i cittadini.''

 


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