Quell'antiberlusconismo che regna in tv (?)

Un articolo de "Il Giornale"

10 Settembre 2010   13:06  

Paolo Bracalini è una delle firme più importanti de "Il Giornale" ed ha voluto dedicare un intero articolo al presunto anti-berlusconismo che regna nella tv italiana. Presunto perchè evidentemente solo lui vede il tubo catodico infestato da programmi pronti ad attaccare il Cavaliere. Per sostenere la propria tesi, comincia con l'affermazione più scontata: "Due terzi dei programmi al via sono critici col premier. C’è chi urla contro l’epurazione ma Annozero, Otto e mezzo, Ballarò e Report già scaldano i motori. E c’è ancora chi parla di tv in mano a Berlusconi.".


Beh effettivamente quattro programmi in tutti i palinsesti della tv generalista sono un bel segnale di libertà d'informazione. Ma il giornalista continua: "Tolti Vespa con Porta a porta, Matrix e il talk show di Paragone sul Due, il resto - la parte maggiore - punta dritta agli stinchi del premier, con gradazioni diverse di acredine.".


Il discorso, in sostanza, è che sparlare di Silvio alza lo share, infatti prosegue così: "Qui, va detto, l’ossessione si mescola allo share, perché l’antiberlusconismo, nuovo genere giornalistico e letterario, fa ascolti. E dunque i programmi del regime antiberlusconiano si rinnovano di stagione in stagione, anche quelli più odiati dal Cav, tipo Santoro, a giorni pronto a far suonare i suoi violini per ordine del giudice.".


Insomma, signori miei, l'informazione libera non esiste: o sei per il regime, come lo chiama lui, o sei contro. Tanto è verò che nell'occhio del ciclone Bracalini entra pure Mentana: "L’anticavalierismo su cui si stanno sintonizzando i talk di quella rete in effetti ricorda il vagheggiato terzo polo politico, e in particolare il «finismo», la più recente versione di opposizione al premier.". Quindi, intervistare il Presidente della Camera in un momento politico così delicato non è più considerato un atto dovuto di chi vuol svolgere un serio servizio di cronaca, ma un atto di ribellione contro il potere.


Bracalini si sofferma poi ad analizzare la situazione dei notiziari: "Certo, il centrodestra può contare sui due tg di Rai Uno e Rai Due, ma l’idea di una Rai berlusconizzata non sta in piedi. A meno di non dar retta al Fatto, che qualche tempo fa metteva tra gli avamposti della propaganda Pdl programmi come La vita in diretta, L’Italia sul due, L’arena di Giletti, Tv7. E il meteo no?". Bracalini forse dimentica che Berlusconi è proprietario delle tre reti Mediaset, quindi anche il Tg5, Studio Aperto, e non parliamo del Tg4 non sono propriamente anti governativi.


Facendo, quindi, un piccolo calcolo, nella tv generalista, cinque tg su sette non sono anti-berlusconiani. La Rai insomma non sarà in mano al presidente del Consiglio, ma l'informazione decisamente si. Per il resto, chi guarda gli altri programmi citati sopra (a parte il meteo) di sicuro non è un grande appassionato di politica.


Per il commento finale, riporto le parole di un comico che non c'è più ma è sempre molto attuale, Massimo Troisi: "Evito di fare satira politica, perchè se ti limiti a dire che Andreotti è gobbo e Fanfani è corto rischi di fare il loro gioco: ti metti la coscienza a posto e aiuti la Dc ad apparire più democratica solo perchè ti fa passare le battute". Ma democrazia vuol dire questo?

Francesco Balzano


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