Rapporto Cresa 2008: la montagna è fragile e sola

Ancora forte il divario fra entroterra e costa

11 Ottobre 2008   12:48  
Fragilità demografica, pochi servizi ed elevato invecchiamento della popolazione. Questo in sintesi il quadro disegnato dal primo rapporto dell' Osservatorio regionale sulla situazione delle Comunità montane abruzzesi. Presentato ieri presso la Camera di commercio dell' Aquila , in occasione del convegno "La Montagna Osservata", il rapporto presenta uno studio approfondito sulle dinamiche socio-economiche delle zone montane, analizzate alla luce del confronto con le aree collinari e costiere della Regione.
Istituito dall' art.47 della legge regionale 95 sulle "Norme per lo sviluppo delle zone montane" del 2000,  e attivato da una delibera della precedente Giunta regionale, l' Osservatorio si avvale della collaborazione del Cresa, il centro studi della Camera di commercio, e si propone di fornire validi punti di riferimento in vista della prossima riforma di zonizzazione delle aree dell' entroterra, la quale, come ha affermato l'assessore allo Sviluppo montano Giovanni D'Amico, "non deve riguardare solo il numero delle Comunita' montane ma deve porre le premesse per creare soggetti credibili sul territorio in modo da produrre idee forti in grado di far attecchire nuove prassi".

Secondo il rapporto, il disagio sociale percepito dai Comuni montani scaturirebbe dalla "fragilità demografica" in essi rilevata. La popolazione abruzzese, 1.300.000 abitanti al 2006, risiede per oltre il 34% in aree montane. 224 su un totale di 305 i Comuni appartenenti alla realtà montana, come peraltro il 76% dell' intera superficie, la Montagna pertanto "connota essenzialmente la realtà sociale ed economica dell'Abruzzo". Comprendere ed affrontare le difficoltà di tale dimensione equivale a rilanciare la Regione nella sua autenticità, per ciò che realmente e naturalmente ha da offrire.

Situazione demografica. La vulnerabilità del dato demografico relativo alle zone interne deriva dal processo di spopolamento, in Abruzzo ancora troppo consistente. La scarsa presenza di popolazione in età attiva comprime fortemente i livelli di reddito disponibile, frenando di conseguenza i consumi ed ostacolando l'ampliamento dell'attività produttiva. Lo stato dei servizi locali, condizionato da un' economia di scala, viene pertanto ridotto all'osso: assistenza sanitaria, istruzione, trasporti e persino la raccolta dei rifiuti rischiano di diventare attività sempre meno diffuse, provocando un' ulteriore spinta allo spopolamento.
Tra il 1991 e il 2005 la Montagna, considerata come un' unica "entità fisico-economica", ha perso quasi il 2% di popolazione. Le Comunità montane che hanno subito le perdite più consistenti sono appunto quelle meno popolate come Alto Vastese, Medio Sangro e  Sirentina , che hanno registrato perdite superiori al 10%, al contrario delle zone come Alto Sangro, Maiella, Morrone e Valle Roveto nelle quali l' emorragia demografica sembra essersi arrestata. Solo tre le aree in cui il trend si è invertito: Marsica 1 con un accrescimento demografico del 6%, Val Vomano (1,8%), e Amiternina (3,3%).

La Montagna invecchia, i giovani emigrano. Dal 1991 al 2005 nei Comuni montani la quota di popolazione oltre i 64 anni è passata dal 31% al 38% circa. La consistenza della popolazione anziana è in aumento anche nelle zone non montane, che tuttavia presentano livelli di partenza molto più bassi. Le zone interne che presentano gli indici di vecchiaia più elevati sono l 'Alto Vastese, dove la quota di ultrasessantacinquenni raggiunge il 67% della popolazione compresa tra i 15 e i 64 anni, seguono Campo Imperatore (55%), e Medio Sangro(53%).
L'indice di vecchiaia più basso, esclusa Marsica 1, è invece stato registrato nella Valle Roveto (32%) in linea con la media dell'intera Regione(nei Comuni non montani la presenza di ultrasessantacinquenni si attesta intorno al 30% del totale).

Sistema produttivo. Per quanto riguarda il manifatturiero, al 2000 è stato rilevato un rapporto di 11 unità locali ogni 1000 abitanti, a fronte delle 12,7  unità dei Comuni non montani. Dato confermato, purtroppo, anche sei anni dopo.  
Nel complesso le Comunità montane con i più elevati indici di industrializzazione sono quelle della Val di Sangro(161 imprese ogni 1000 abitanti), Medio Vastese e Alto Sangro(135), e infine Sirentina(132).
L'attività agricola, seppure distintiva della Montagna abruzzese, ha registrato una certa discesa nel periodo considerato: si passa infatti dalle 38 imprese agricole per 1000 abitanti nel 2000 alle 34,5 nel 2006, dato comunque più alto di quello relativo alla restante parte della Regione, dove le imprese agricole sono in media meno presenti (24,2).
In evidente trend di crescita invece, le attività specifiche legate ai prodotti di nicchia, al turismo rurale e all' agriturismo vero e proprio.

Stile di vita. La più interessante, l'analisi del livello di vita delle Comunità montane rispetto al resto del territorio. Il reddito procapite delle prime risulta sensibilmente inferiore a quello delle aree collinari e costiere: 12.667 euro a fronte di 15.475 euro. I territori montani più ricchi sulla base del reddito sembrano essere Marsica 1 e Maielletta (rispettivamente 13.905 euro e 13.719 euro), dove incidono fortemente le situazioni positive di Avezzano e Fara San Martino. Decisamente meno ricchi Alto Vastese (10.632 euro), Medio Sangro (10.949 euro) e Valle del Giovenco (11.402 euro).
Situazione analoga per i contribuenti iva, che nell'entroterra si aggirano intorno ai 38.337 contro gli 89.054 delle zone non montane, a dimostrazione della debolezza di un sistema imprenditoriale timido e poco sviluppato, che assieme a  quello del libero professionismo non riesce a rinnovarsi , nè ad utilizzare un territorio che avrebbe davvero molto da offrire se correttamente valorizzato.
"L'istituzione dell' Osservatorio" commenta D'Amico, "rappresenta in tal senso "un passaggio culturale importante, che se gestito al meglio potrebbe far innescare un processo virtuoso in grado di mantenere in zona i nostri giovani", e  di attrarre nuove realtà economiche che siano in grado di operare nel pieno rispetto della splendida natura abruzzese.


GDC



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