Rapporto fra Regione ed emigrati e il documentario

29 Settembre 2007   12:04  
Anche l´emittente tv Rete8, nella sua trasmissione serale "OttoVolante” di ieri sera, condotta da Pasquale Pacilio, ha mandato in onda “Onorevole operaio”, il documentario che la Tsi – Televisione svizzera italiana ha prodotto e trasmesso sulla vita di Antonio Razzi, uno dei 18 parlamentari italiani eletti all’estero ma unico operaio che siede attualmente alla Camera dei Deputati, dove è stato eletto nel collegio Europa per l’Italia dei Valori. In studio con Razzi e Pacilio, Marino Roselli, presidente del Consiglio regionale d’Abruzzo, Donato Di Matteo, presidente del Cram e capogruppo dei Ds alla Regione, e ‘Nduccio (Germano D’Aurelio), l’artista abruzzese più amato dagli emigrati in tutto il mondo. L’emittente regionale leader ha spezzato le interviste in studio agli ospiti con i 40 minuti del documentario che sintetizza la vita di Razzi, proponendo fra un intervento e l’altro anche le simpatiche vignette dedicate all’Onorevole-operaio da Pasqualone (ne pubblichiamo una, su gentile concessione dell’autore e dell’emittente; un’altra la potete vedere sul portale Cram: www.abruzzesinelmondo.regione.abruzzo.it). “Mia madre dovette firmare per la mia partenza in Svizzera perché ero minorenne – ha raccontato Razzi – e mi disse una sola cosa, ‘Comportati bene, per il tuo bene e per quello dell’Italia, che rappresenti’”. Una vita, quella di Razzi, dedicata al lavoro nella fabbrica tessile Viscosuisse di Emmenbrucke, nella Svizzera tedesca, dove ha fatto carriera, e alla famiglia: sposato con la spagnola Maria Jesus Fernandez, la coppia ha due figli, Gionata (27 anni) e Mirko (29), che vive in Spagna, a Saragozza, dove presiede la prima Associazione di abruzzesi emigrati nella penisola iberica riconosciuta dalla Regione, che conta oltre 70 iscritti. In trasmissione, tutti gli ospiti, a partire da Razzi (che è anche componente il Consiglio regionale degli abruzzesi nel mondo), hanno sottolineato il fatto che il Cram a guida Di Matteo ha un po’ rivoluzionato il rapporto della Regione con i propri emigrati e le loro associazioni: “E’ stato un atto di coraggio – ha detto il Presidente degli abruzzesi nel mondo – quello di chi ha deciso di partire per cambiare la propria vita e quella della famiglia, verso qualcosa di più ambizioso”. Proprio come Razzi che da operaio emigrato in Svizzera a soli 17 anni da Giuliano Teatino (Chieti) è diventato deputato della Repubblica italiana. “Se non ci fosse Razzi – ha proseguito Di Matteo - in Parlamento sarebbe rappresentata solo la borghesia. Lui, invece, incarna il tipico emigrato che ha avuto successo, che aveva aspirazioni”. “Come avvenuto l’incontro con Antonio Di Pietro?”, ha chiesto Pacilio al coordinatore dell’IdV all’estero nonché presidente dell’Interparlamentare Italia-Svizzera: Razzi ha ricordato di aver conosciuto l’attuale Ministro delle Infrastrutture ed ex magistrato di “mani pulite” a una manifestazione, il “Premio Maiella” di Rho (Milano), organizzata ogni anno dall’omonima Associazione di abruzzesi e molisani presieduta da Domenico D’Amico (anche lui nel Cram), dove Di Pietro è stato premiato in quanto molisano illustre nel mondo che ricorda sempre di avere la madre abruzzese. “Di Pietro ha rappresentato negli anni di ‘mani pulite’ il riscatto di noi italiani in Svizzera – ha rivelato Razzi – perché ci ha ridato visibilità. Ogni giorno c’era la corsa verso la tv per vedere chi aveva arrestato, rimettendo in discussione il pregiudizio che gli svizzeri avevano verso noi italiani”. Roselli ha detto che il Consiglio regionale sta lavorando bene per l’ideale integrazione fra gli abruzzesi in Abruzzo e quelli che vivono all’estero, “direzione nella quale è andato anche il nuovo Statuto della Regione. Anche noi abbiamo deciso di puntare sul web per chi vive lontano, mandando in onda in diretta le riunioni del Consiglio regionale”. Gli emigrati sono preoccupati perché i propri figli e nipoti non parlano bene la lingua italiana e su questo fronte gli ospiti hanno concordato che è la priorità delle politiche verso l’emigrazione, pena la morte dell’associazionismo e del legame verso la terra d’origine di chi non vi è nato e non è emigrato. “Proprio il 16 febbraio scorso ho presentato un disegno di legge per salvaguardare la lingua e la cultura italiana – ha detto Razzi – perché solo così si mantiene il legame con l’Italia e l’Abruzzo, per il turismo di ritorno ma anche per gli interscambi commerciali”. Sul tema giovani, Pacilio ha stimolato Di Matteo: “Pochi giovani si vedono nei vari club di italiani all’estero”, ha ricordato il giornalista-conduttore. Di Matteo, concordando col fenomeno che colpisce le associazioni, dove l’età media è ormai molto alta, ha detto che la sua politica volge proprio nel senso che più che continuare a finanziare a pioggia le sole associazioni, il Cram da lui guidato ha chiesto a tutti gli emigrati “un salto di qualità”, una nuova progettualità per mantenere forte il legame con la Regione “che sta facendo molto in questo senso e tutto quello che propone lo veicola “attraverso il suo portale internet, che mette chi vive lontano in collegamento con le istituzioni e fra di loro. Le nostre associazioni saranno dei terminali diretti, oltre che culturali, anche per la promozione del turismo e dell’enogastronomia abruzzese”, ha aggiunto Di Matteo, accennando al progetto-pilota in tandem con l’Assessorato regionale all’Agricoltura che partirà dal Brasile. “I nostri sforzi, anche nel campo dell´assistenza sanitaria, sono concentrati in America Latina, dove ci sono problemi sociali, economici e politici che colpiscono pure i nostri emigrati, che dopo aver sopporto la sfortuna di dover partire ora stanno passando pure quella di non poter vivere una vecchiaia serena, con un’adeguata assistenza sanitaria. A partire dal Venezuela – ha proseguito il Presidente del Cram – stiamo attivando progetti di assistenza sanitaria, perché gli abruzzesi che vivono qua e quelli che stanno all’estero sono uguali, dopo quello che chi è emigrato ha fatto per risollevare l’Italia dalle macerie della guerra”. La trasmissione si è conclusa parlando anche delle altre iniziative della Regione verso l’emigrazione giovanile, come i corsi telematici universitari, le borse di studio, gli stage in aziende abruzzesi. Di Matteo ha ricordato che gli abruzzesi che vivono all’estero sono 1,3 milioni, “tanti quanti ne vivono in regione e ci sono tanti piccoli paesi abruzzesi che hanno più cittadini all’estero che in patria: la mia Roccamorice conta mille abitanti in paese e sei-settemila all’estero”. ‘Nduccio ha naturalmente raccontato aneddoti di viaggi verso i paesi dell’emigrazione, che ha visitato più volte tutti, sottolineando il calore veramente fraterno con i quale gli abruzzesi nel mondo ricevono lui ma chiunque vada a trovarli dall’Abruzzo. “Ci vuole un grande stomaco a visitare i nostri corregionali all’estero – ha detto il popolare comico e cantante – nel senso che bisogna essere preparati a mangiare tantissimo”.

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